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Barriera corallina al largo di Monopoli, la Regione pensa a un'area marina protetta: "Scoperta da tutelare"

Grande il clamore mediatico suscitato dal ritrovamento annunciato dai ricercatori Uniba. L'assessore all'Ambiente Stea: "Novità interessante, ma ora necessario preservarla con la collaborazione di tutti"

Una scoperta che potrebbe rappresentare "un caso unico nel Mediterraneo" ma che proprio per questo rende ancora più necessaria un'azione di salvaguardia. La scoperta, annunciata dai ricercatori dell'Università di Bari, di un "banco coralligeno" al largo di Monopoli ha suscitato in questi giorni grande clamore ed entusiasmo. Ma, allo stesso tempo, pone con forza il problema della sua tutela. L'ipotesi avanzata dall'assessore regionale all'Ambiente, Gianni Stea, è quella di avviare l'iter per la costituzione di una nuova area marina protetta.

Stea: "Scoperta interessante da preservare"

"Il banco coralligeno scoperto al largo di Monopoli dai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università - afferma Stea in una nota - rappresenta una interessante novità per la nostra costa. Innanzitutto perché potrebbe estendersi ben oltre quel tratto di mare, costituendo un caso unico nel Mediterraneo. Ma anche perché l’area rappresenta senza dubbio l’habitat ideale per numerose specie e organismi marini. Ora quindi, fatta la scoperta, diventa necessario preservarla con la collaborazione non solo delle Istituzioni ma anche dei cittadini e delle categorie dei lavoratori del mare. La giunta regionale sta pensando ad un lavoro di concerto con le Capitanerie affinché si possa avviare l’iter per una nuova area marina protetta. Coinvolgeremo nel progetto anche le marinerie affinché nessuno possa sentirsi penalizzato, ma tutti si contribuisca alla creazione di una nuova visione di tutela ambientale e di un ecosistema che è certamente non diffuso nel Mediterraneo". 

"Collaborazione per contrastare pesca di frodo e danni"

"L'obiettivo, come per esempio avviene per Torre Guaceto - prosegue Stea - deve essere quello di offrire un modello di sviluppo sostenibile della zona costiera e marina, in un percorso di miglioramento continuo, ma anche con azioni di sorveglianza attiva atte a scoraggiare pesca di frodo e attività che possano danneggiare l’ecosistema. Se si lavora insieme, coinvolgendo come detto i rappresentanti delle attività produttive, sono certo che la strada dei parchi protetti, sia sulla terraferma che in mare, sia la migliore non solo per la più accurata tutela di un territorio per molti aspetti unico al mondo, ma anche per lo sviluppo di un turismo più attento che non potrà che essere di ulteriore spunta allo sviluppo alla Puglia. E’ questa la scommessa che voglio portare avanti con i colleghi assessori regionali, ognuno per le proprie deleghe. Certo di trovare sulla stessa linea, e pronti alla collaborazione, anche i Ministeri competenti".

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