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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Santeramo in Colle

Bimba di Santeramo affetta da rene policistico, famiglia costretta a recarsi a Roma: "Cure impossibili a Bari, è umiliante"

La videodenuncia di un padre su Fabebook in cui ha raccontato di aver dovuto effettuare un trasferimento dalla cittadina murgiana a Ladispoli per garantire alla piccola Antonella le cure adeguate all'ospedale ‘Bambino Gesù’ di Roma

“La video denuncia che Gianluigi Solazzo, il padre di una bambina con la malattia del rene policistico, ha affidato ai social per raccontare quanto vissuto in questi tre anni e mezzo, dal momento in cui  è stata diagnosticata la malattia della piccola, ovvero prima della sua nascita, ad oggi, non può passare sotto silenzio”: ad affermarlo è il capogruppo del M5S Marco Galante dopo la videodenuncia di un padre su Fabebook che ha raccontato di aver dovuto effettuare un trasferimento da Santeramo a Ladispoli per garantire alla piccola Antonella le cure adeguate all'ospedale ‘Bambino Gesù’ di Roma.

Il consigliere regionale, attraverso l’amministrazione comunale di Santeramo si è messo in contatto con Gianluigi assicurando che interesserà della questione l’assessore Rocco Palese, il dipartimento Salute e la Asl di Bari, chiedendo immediatamente un incontro, per evitare che simili situazioni possano ripetersi.

“Gianluigi - spiega Galante - assieme alla moglie e alla figlia è stato costretto a trasferirsi da Santeramo a Ladispoli, per garantire alla piccola le cure adeguate al ‘Bambino Gesù’. Dopo i primi mesi in terapia intensiva nell’ospedale romano la famiglia era tornata a Santeramo, ma l’assenza di assistenza domiciliare (mezz’ora per due giorni alla settimana) e quanto accaduto all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, dove la piccola era stata ricoverata in seguito a una crisi respiratoria, hanno convinto i genitori a far curare la figlia nel nosocomio romano".

"Nel video Gianluigi spiega che nella stanza nell’ospedale pediatrico barese  - aggiunge Galante - non ci sarebbero state condizioni igieniche dignitose e la sicurezza sufficiente. Ad aggravare la situazione" vi sarebbe stata anche "la mancata fornitura da parte della Asl di Bari dallo scorso novembre dei presidi di assistenza per curare la piccola e la lunga trafila per ottenere rimborso delle spese sostenute per la mobilità passiva, ancora oggi riconosciute solo in parte. Soldi indispensabili dal momento che questo padre è stato costretto ad abbandonare il lavoro. Il termine più frequente usato nel video è ‘umiliazione’, iniziata subito dopo la diagnosi della malattia, quando i genitori si sono sentiti dire nel primo colloquio con i medici dell’ospedale pediatrico di Bari che per la figlia non c’erano praticamente possibilità di sopravvivenza dopo la nascita. Parole che li hanno portati a far nascere la bambina a Roma, dove ha immediatamente iniziato la dialisi al ‘Bambino Gesù’. Non possiamo dire ai cittadini di non andare a curarsi fuori, se poi non garantiamo loro alti standard per le cure nella nostra regione. Ritengo indispensabile anche capire quali siano le condizioni dell'ospedale Giovanni XXIII dopo quanto ascoltato. Non vogliamo cercare colpevoli o puntare il dito contro qualcuno, solo risolvere le criticità che emergono dal video e dai commenti postati. Gianluigi e la sua famiglia devono sapere di non essere soli e non essere costretti a vivere senza i loro cari e a centinaia di chilometri da casa per poter avere le cure migliori per la loro figlia” conclude Galante.

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