Brsi, la vittoria dei lavoratori in tribunale: "Col passaggio alla nuova società interposizione fittizia di manodopera"
A spiegare la vicenda giudiziaria che ha portato a riconoscere il rapporto di subordinazione con la vecchia società Es, del gruppo Dxc, è l'avvocato Ficarella dello studio Garofalo
“È stata riconosciuta l’interposizione fittizia di manodopera attraverso la cessione del ramo di azienda, un’operazione di fatto fraudolenta. I lavoratori risultavano inquadrati nella nuova società Brsi, una scatola vuota in realtà, servita solo a tagliare i costi”. Giovanna Ficarella spiega così quello che ha accertato il giudice del lavoro di Bari, Vincenzo Maria Tedesco, e scritto su una sentenza che rappresenta “un duro colpo” per Enterprise Service Italia, società satellite del gruppo dell’informatica Dxc Technology. L’avvocato che ha difesa assieme allo studio del professore Domenico Garofalo gli 87 dipendenti divenuti poi della Brsi (e ancora dopo Rsh, con la nuova fusione) non nasconde la sua soddisfazione per il risultato ottenuto dopo la cessione avvenuta nel 2018 e impugnata nel 2020. Di fatto il passaggio societario all’origine della vertenza dei lavoratori dell’azienda di consulenza informatica di Bitritto Brsi, che in questi anni hanno dovuto subire decurtazione di stipendi e ferie, cassa integrazione e, infine, una procedura di licenziamento collettivo dopo essersi opposti al trasferimento previsto per lo scorso gennaio a Misterbianco, in provincia di Catania.
“Brsi era di fatto una scatola vuota – spiega ancora Ficarella – e l’operazione di cessione è stata fatta in frode alla legge. A dimostrarlo una serie di elementi e circostanze, i lavoratori continuavano a lavorare per gli stessi clienti, con le stesse postazioni, gli stessi account nel sistema e nella stessa sede. Lo facevano di fatto per il vecchio datore di lavoro ma stipendiati dalla nuova società, costituita a hoc per travasare il personale e abbattere i costi. Non si aspettavano di certo questa sentenza”.
Uno degli elementi che ha provato l’ingerenza di Es nella gestione operativa ed organizzativa della nuova società, sta anche nella gestione del personale attraverso un dipendente della Es. A ciò si è aggiunto che tutti i computer, secondo la difesa dei lavoraotri, “avevano continuato – si legge nell'atto del ricorso - ad avere le dotazioni software del Gruppo Dxc Technology e da questi licenziate (sistema operativo, antivirus, consolle Sccm, Office, tutti, come detto, Sw licenziati Dxc); in relazione alla gestione dell’account Saipem, Es aveva imposto l’applicazione della metodologia Adapthaton in ambito Bionix; la schedulazione dei turni delle risorse Brsi era stata gestita per il tramite del c.d. Impact, un tool di proprietà del gruppo Dxc, in modo corrispondente al team”.
Una sentenza che di fatto riporta gli orologi indietro di quattro anni, riconosce il rapporto di subordinazione con la società del gruppo Dxc e anche le spettanze per i lavoratori dal 2018 a oggi, vale a dire le differenze retributive che avanzano e avrebbero percepito se avessero proseguito il loro rapporto con l’impresa “madre”. Una sentenza immediatamente esecutiva che potrebbe rappresentare una svolta per la vertenza.
“L’azienda - precisa Ficarella – potrebbe comunque appellarsi e chiedere la sospensione dell’efficacia esecutiva. Rimane però una vittoria molto importante”. A confermarlo sono anche le parole di Roberta Gargiulo, lavoratrice (oltre 70 sono donne nell’organico dell’ex Brsi) che ha seguito dal principio il ricorso.
“Siamo molto contenti – racconta – sappiamo che la battaglia è ancora molto lunga ma questo è un punto a nostro favore fondamentale. Siamo ancora qui a lottare”. Come è accaduto quando, con affianco i sindacati, i lavoratori si sono opposti prima alla fusione Rsh – Brsi e poi al trasferimento “forzato” a Misterbianco, col tribunale del lavoro che ha dato loro anche in quel caso ragione.
“Alle lavoratrici e ai lavoratori della Brsi – ha scritto il segretario Fiom Bari, Ciro D’Alessio -, questa è la vittoria dei giusti. Ma i giusti non vincono facile. I giusti lottano, i giusti soffrono, i giusti pensano di mollare, potrebbero mollare, delle volte dovrebbero ma poi non mollano mai. Oggi vincono quelli che credono nella giustizia e si oppongono all’arroganza dei potenti. Questa è la vostra vittoria ed io sono fiero ed onorato di aver fatto un pezzo di strada al vostro fianco”.