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Il Politecnico dice sì alla 'carriera alias' per gli studenti transgender: "Passo avanti contro discriminazioni"

La norma consentirà per tutti colo che hanno avviato un percorso di rettificazione di attribuzione di sesso di avvalersi di un un nome, cosiddetto di elezione, diverso da quello anagrafico, da impiegare all’interno del Politecnico

Il Senato accademico del Politecnico di Bari ha detto sì all'istituzione della carriera 'alias' per gli studenti transgender: la norma, già adottata dal 2014 dall'Università degli Studi di Bari, consentirà per tutti colo che hanno avviato un percorso di rettificazione di attribuzione di sesso di avvalersi di un un nome, cosiddetto di elezione, diverso da quello anagrafico, da impiegare all’interno del Politecnico. A darne notizia è Link-Politecnico: "Dopo la lunga trafila - afferma il collettivo - che ci ha visti partire nell’ottobre 2017 con una richiesta formale di discussione presentata al Comitato Unico di Garanzia, poi portata in discussione nella seduta di aprile del Consiglio degli Studenti, finalmente si è approdati in Senato Accademico, l’organo che ha l’ultima parola su tutto".

"Passo avanti contro le omobitransfobia"

"Il problema affrontato e per il quale la carriera alias può ritenersi una soluzione - dichiara Savino Ingannamorte, rappresentante di LINK all’interno del Senato Accademico - è il disagio che uno studente e/o una studentessa in via di transizione di attribuzione del sesso deve affrontare per l’evidente contrasto tra il suo aspetto esteriore, tra il nome con cui intrattiene rapporti sociali e il nome che emerge dai suoi documenti a ogni esame, a ogni appello e in ogni occasione di confronto pubblico con i compagni di corso”. La proposta è stata resa possibile anche in collaboraizone con il tavolo tecnico Lgbtqi del Comune di Bari: "Riteniamo che il Politecnico di Bari - afferma Chiara Vitale, coordinatrice di Link Politecnico - abbia compiuto un primo passo nella lotta contro l’omobitransfobia e contro tutte le forme di discriminazione nei confronti delle persone LGBTQIA nei luoghi della formazione, ma questa misura è anche un’occasione per aprire un dibattito sulle differenze e sulla percezione che si ha di esse. Il nostro impegno non finisce qui, ma continua quotidianamente nel combattere ogni forma di discriminazione legata all’identità di genere e non solo”.

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