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In sei città baresi manca il sostegno ai bimbi con difficoltà delle scuole primarie: "Costretti a tornare a casa"

Si tratta dell'ambito di Grumo, Cassano delle Murge, Acquaviva, Sannicandro Toritto e Binetto. Il sindaco Di Medio: "Colpa del dissesto del Comune capofila, ma la situazione si sta sbloccando"

La denuncia arriva da una mamma che vede il proprio figlio ritornare a casa prima della fine delle lezioni perché “manca la figura dell'educatore specializzato”. Così decine di bambini cosiddetti Bes, vale a dire con bisogni educativi speciali, delle scuole primarie di Grumo Appula, Cassano delle Murge, Acquaviva delle Fonti, Sannicandro di Bari, Toritto, Binetto non possono seguire appieno le proprie lezioni. Sono i Comuni che fanno parte del medesimo ambito, di cui Grumo è capofila, ospitando il presidio del distretto sanitario della zona.

“I banchi vuoti dei bambini invisibili dalle istituzioni – scrive la donna rivolgendosi a Maria Pia Di Medio, sindaca di Cassano-, quei bambini che da inizio anno scolastico devono tornare a casa perché manca la figura dell'educatore specializzato, che non possono restare in classe con i loro compagni a studiare perché quando l'insegnante di sostegno ha finito le sue ore, loro devono tornare a casa perché hanno bisogno di quella speciale figura di riferimento con le specifiche competenze di cui necessitano”.

Di Medio spiega qual è la situazione, complessa, dovuta a problemi dell’amministrazione del comune capofila. “È un Comune che è stato commissariato – sottolinea – per dissesto, che ha da poco un nuovo sindaco. Finora le difficoltà amministrative sono emerse soprattutto per questa situazione, per la mancanza del coordinatore che predisponesse il bando per l’affidamento dei servizi alle cooperative che li forniscono. Una situazione che, purtroppo, paghiamo tutti”.

La prima cittadina di Cassano spiega anche che, data la situazione che si protrae da lungo tempo, c’è stato un tentativo di rendere capofila il Comune di Acquaviva, ma la Regione non ha potuto dar seguito alla richiesta perché la legge non prevede si possa fare. “Abbiamo comunque puntato i piedi – racconta ancora – sulla questione che in questi giorni si è comunque sbloccata. A breve dovrebbe arrivare l’incarico al coordinatore che predisporrà il bando a evidenza pubblica attraverso le manifestazioni di interesse, figura ricoperta in questo tempo dalla ragioniera o dal segretario generale del Comune. Questo permetterà all’iter di avviarsi, perché in realtà i soldi della Regione versati nelle casse dell’amministrazione di Grumo già ci sono”. E i tempi perché sia espletato il bando? “Difficile dirlo – conclude Di Medio – spero che nell’arco di 15 giorni si risolva il problema”.

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