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Venti letti post-acuzie covid, attivato il presidio di Triggiano: "Dedicato ai pazienti in attesa di negativizzazione"

La struttura è stata realizzata nell'ex unità di Malattie Infettive della struttura, dove saranno accolti i pazienti dimessi dagli ospedali Covid del Policlinico di Bari e Miulli di Acquaviva

Sono attivi già da sabato scorso 20 posti letto nel Presidio Post Acuzie di Triggiano per avviare la fase 2 del contrasto all'emergenza coronavirus. La struttura è stata realizzata nell'ex unità di Malattie Infettive della struttura, dove saranno accolti i pazienti dimessi dagli ospedali Covid del Policlinico di Bari e Miulli di Acquaviva. Nel dettaglio, sono stati adeguati gli ambienti del 2° piano (14 posti letto) e quelli del 1° piano (6 posti letto), completamente isolati rispetto al resto dell’edificio, che continuerà a garantire le altre prestazioni sanitarie, e con un percorso separato per l’ingresso dei pazienti. Qui saranno accolti i pazienti usciti dalla fase acuta trascorsa nelle strutture Covid che non necessitano di assistenza respiratoria, nell’attesa della negativizzazione. L'unità è composta da un'équipe medica e 18 infemieri con coordinatore

Il reparto dispone di stanze singole e doppie, alcune a pressione negativa, con percorsi dedicati e segnalati con cartellonistica specifica, spazi per vestizione e svestizione del personale, area rossa non accessibile senza i necessari dispositivi di protezione individuale. L’organizzazione della struttura prevede modalità diverse di esecuzione degli esami strumentali, sostanzialmente la radiografia del torace e l’elettrocardiogramma, utilizzando apparecchiature portatili oppure in modalità online, sfruttando la possibilità di refertazione in remoto garantita dall’unità di Cardiologia dello stesso presidio. L'obiettivo è evitare contatti con l'esterno e in particolare le aree non-covid. per questa ragione è stato previsto anche un percorso dedicato ai prelievi ematici, in un luogo isolato e diverso da quello adoperato normalmente dall'utenza esterna. 

“Si tratta di gestire - spiega il Direttore Generale Antonio Sanguedolce- pazienti paucisintomatici o clinicamente guariti, avendo superato le manifestazioni cliniche associate all’infezione, ma che devono attendere l’esito negativo dei due tamponi di controllo per poter tornare al domicilio nella massima sicurezza, o che in qualche caso necessitano di interventi riabilitativi specifici”.

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