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Puglia e Basilicata alleate contro il Deposito nazionale di scorie radioattive: "Fronte comune per scongiurarlo"

Incontro in videoconferenza tra il governatore pugliese Michele Emiliano e il collega Vito Bardi assieme ai rispettivi assessori all'Ambiente: "Il coinvolgimento di una regione creerebbe problemi all'altra"

Puglia e Basilicata pronte a far fronte comune per evitare di ospitare il Deposito Nazionale di scorie radioattive, dopo che alcuni siti delle due regioni (tra cui Gravia e Altamura nel barese) sono finiti nell'elenco dei 67 candidati dove realizzare la struttura, secondo la mappa pubblicata la scorsa settimana dalla Sogin della Cnapi.

“O questo problema lo risolviamo insieme, o c’è il rischio che anche il coinvolgimento di una sola regione possa creare conseguenze alla regione confinante”: spiegano il presidente Michele Emiliano e l'assessore regionale all'Ambiente, Anna Grazia Maraschio, nel corso di una videoconferenza alla quale hanno preso parte il governatore lucano Vito Bardi e l'assessore Gianni Rosa. Il primo confronto operativo, si legge in una nota della Regione Puglia, ha esplorato la possibilità di "concordare una strategia unitaria e definire insieme tutti i rilievi da sottoporre al Governo nazionale per scongiurare la localizzazione delle scorie nucleari nei siti pugliesi e lucani.

“I siti di cui parliamo - hanno dichiarato Emiliano e Maraschio - sono siti connessi dal punto di vista geologico e naturalistico. Sappiamo bene di avere di fronte per ora solo un elenco potenziale, ma intendiamo tirarci fuori da questo elenco perché quelle pugliesi e lucane sono tutte aree di particolare pregio naturalistico, che fanno parte di Parchi o che sono candidate a farne parte. Noi vogliamo rispondere con delle osservazioni pertinenti e siamo ben contenti di agire di concerto con la Basilicata. Per questo già nei prossimi giorni la Giunta Regionale approverà una delibera di indirizzo per esplicitare meglio le azioni e le forze da mettere in campo”.

Le osservazioni dovranno essere presentate entro 60 giorni dalla pubblicazione della carta dei siti potenzialmente idonei, cioè entro il 6 marzo 2021, così come prevede la procedura di
consultazione pubblica avviata in base alle disposizioni del decreto legislativo.



















































 

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