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Dimensionamento scolastico, in Puglia 60 scuole a rischio. Il no di Regione e sindacati: "Accorpamenti inaccettabili e dannosi"

Fronte comune contro le nuove disposizioni contenute nella Legge di stabilità: "Istituire scuole di dimensioni sempre crescenti è l’esatto contrario di ciò di cui i nostri territori e le nostre comunità hanno bisogno"

Il nuovo provvedimento del governo sul dimensionamento scolastico, contenuto nella Legge di Stabilità 2023, in Puglia vede a rischio circa 60 istituti nell'arco dei prossimi due anni. Il dato è emerso durante un incontro che si è tenuto ieri tra l’assessore regionale all’Istruzione, Sebastiano Leo, l'Ufficio scolastico regionale Puglia e le organizzazioni sindacali del comparto scuola.

In sostanza, con i nuovi parametri adottati per il dimensionamento scolastico, che fissano a 900 il numero minimo di studenti iscritti per assegnare l'autonomia giuridica a un istituto, le scuole con un numero più basso di iscrizioni potrebbero ritrovarsi accorpate, con un unico dirigente. A decidere comunque sull'assetto degli istituti scolastici, saranno in ogni caso in ultima istanza le Regioni, con una delibera da emanare entro novembre.

L'intervento del governo, in sostanza, come spiega a Baritoday Giovanni Verga, segretario Uil Scuola Puglia, agisce sul numero di dirigenti scolastici assegnati a ciascuna regione "con un numero stabilito di organico che spetta a ciascuna regione". Allo stesso tempo, il dimensionamento dovrà tenere conto della soglia dei 900 iscritti, sebbene con una certa flessibilità a seconda delle esigenze territoriali. In base a una prima stima, il numero di istituti in Puglia passerebbe da circa 631 a 580. "La Finanziaria stabilisce 900 alunni per scuola - chiarisce Verga - tuttavia si potrebbe arrivare anche a una media più alta. Poi sulla base della media che verrà stabilita, e che verrà discussa dalla Conferenza unificata delle Regioni, si verrebbe a determinare il numero di scuole". A quel punto toccherebbe alla Regione stilare il piano. "La Regione potrà comunque decidere - spiega Verga - di lasciare l'autonomia a scuole che magari contano solo 300 iscritti, ma che sono ubicate in alcuni Comuni piccoli, come nel Foggiano o nel Salento, dove la popolazione scolastica è per forza di cose più limitata". L'effetto del dimensionamento, invece, andrebbe ad incidere maggiormente sui Comuni più grandi, come la stessa città di Bari, dove invece quelle ragioni non sussistono: "Di conseguenza - prosegue Verga - istituti che soffrono di una carenza di iscrizioni potranno ritrovarsi accorpate, con unico dirigente". "Con tutto ciò che questo comporta - evidenzia il segretario della Uil Scuola Puglia - non solo in termini di riduzione del personale, non solo dirigenti ma anche docenti e Ata, ma anche come presidio del territorio, soprattutto in quelle zone dove è alta la dispersione scolastica. Sarebbe come avere una caserma senza comandante, con un preside che si deve dividere part-time, con tutte le ripercussioni che ciò comporta".

Contro il nuovo provvedimento, Regione Puglia e sindacati sono comunque pronti a fare fronte comune, con la Regione che si è detta pronta ad avviare le procedure per impugnare davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento. "La Puglia resisterà con forza ad una politica che vuole accorpare le scuole senza alcuna reale riflessione, che non tiene conto della natura articolata della scuola, delle esigenze delle regioni, dei territori, della voce delle persone che noi in qualità di assessori rappresentiamo", ha affermato l'assessore Leo al termine dell'incontro di ieri. "L’autonomia didattica non è un diritto su cui si può trattare, non si tratta sul futuro dei ragazzi, non si tratta sul futuro dei lavoratori, non si tratta sull’unico strumento di democrazia reale: la  scuola".

Una linea condivisa dai sindacati che hanno partecipato all'incontro di ieri. "Le Organizzazioni Sindacali - si legge nella dichiarazione congiunta a firma di Uil Scuola, Cisl Scuola, Flc Cgil, Anief, Fgu Gilda-Unams e Snals-Confsal - sosterranno in maniera compatta l’azione della Regione, volta a contrastare un’assurda imposizione normativa, in nome di un risparmio di spesa risibile, la cui responsabilità viene falsamente ricondotta al PNRR, applicativa di un principio inaccettabile di adeguamento delle dimensioni degli istituti al costante decremento demografico che rischia di non avere alcun termine. Istituire scuole di dimensioni enormi e, a questo punto, sempre crescenti è l’esatto contrario di ciò di cui i nostri territori, le nostre comunità, gli studenti e i lavoratori della scuola hanno bisogno. È l’ennesima attestazione di un disegno dissennato sulla gestione della scuola statale prodotto con totale noncuranza degli effetti che questi provvedimenti normativi producono sulla qualità del servizio, nonché sulla gestione degli enti locali. Le Organizzazioni Sindacali continueranno a tenere alta l’attenzione e il livello di mobilitazione contro questo provvedimento sul dimensionamento scolastico, così come sui paventati disegni di autonomia differenziata che intendono colpire la scuola statale dei nostri territori".

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