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Emergenza Covid, la Rete di mutuo aiuto fornisce cibo e medicinali a 250 persone: "Molti hanno perso il lavoro"

Collaborano studenti, attivisti e cittadini. Fabio Fronterrè:"Vogliamo creare un'organzzazione permanente col supporto anche di medici, psicologi, militanti per fa fronte a ogni bisogno primario".

A Bari c’è una rete solidale autogestita nata spontaneamente tra le strade dei quartieri più poveri. Partita durante la quarantena dello scorso marzo, ha visto partecipare in principio 14 volontari. Ora, a distanza di quasi un anno, si è consolidata e di volontari ne conta almeno quaranta, con picchi di 60. Fornisce cibo e aiuto in media a 250 persone a settimana, con oltre una cinquantina di pacchi donati grazie al cibo fornito dai commercianti dei principali mercati rionali (ex Manifattura tabacchi, Sant’Antonio e vi Mazzini) e da realtà solidali come Bread&roses. Si chiama Rete di mutuo Aiuto “Vittorio Cosentino”. Il nome è dedicato all’attore scomparso lo scorso anno, tra i fondatori del teatro Kismet e divulgatore del teatro colto di strada. La sede di appoggio è quella del sindacato Cobas di via Garruba 176, nel rione Libertà, a pochi passi dal mercato. Collaborano ragazzi impegnati a scuola, con l’organizzazione Studenti solidali, militanti, attivisti della Caserma Liberata, e semplici cittadini. La rete a sua volta collabora con altre organizzazioni come Avanzi popolo 2.0 o la parrocchia di San Sabino

A usufruire del servizio sono persone che hanno perso il lavoro o comunque in difficoltà a causa della pandemia, dai lavapiatti alle piccole partite Iva. In tanti hanno saputo del servizio grazie al volantinaggio per le strade o col passaparola. E alcuni da utenti sono diventati volontari. "Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso – racconta Fabio Fronterrè - perché, in un periodo storico in cui le differenze sociali si fanno sempre più marcate, le disposizioni di supporto al reddito poste in essere da Governo e amministrazioni locali durante l’emergenza non sono mai state sufficienti e spesso le elemosina promesse non sono mai arrivate”. Il riferimento è ai buoni spesa messi a disposizione dal Comune di Bari, destinati a fasce di reddito troppo basse, che di fatto avrebbero escluso buona parte della popolazione.

“Cool bando che prevedeva un Isee inferiore ai 3 mila euro – spiega ancora – abbiamo visto in quell’operazione solo propaganda. Rivendichiamo invece provvedimenti strutturali, perché il problema è sempre dato dal reddito e dalla sanità, per questo tra le nostre attività c’è quella dello sportello socio sanitario. Lo vorremo attivare in modo permanente”. Di qui l’idea di creare una collaborazione tra studenti, medici, psicologi, militanti volta a creare una rete autorganizzata. Gli obiettivi sono: la raccolta di cibo, materiale sanitario o comunque necessario, la spesa con consegna a domicilio per immunodepressi, persone in quarantena, disabili e anziani, il banco alimentare per persone con difficoltà economiche che però possono muoversi tranquillamente, la consulenza legale e sindacale per i lavoratori e quella medica telefonica. L’invito rivolto a tutti è quello di partecipare.

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