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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ex Socrate, sit-in per gli attivisti condannati per essersi opposti allo sgombero e appello a Decaro:"Recuperiamo la struttura"

Mercoledì 22 dicembre movimenti e volontari scendono in piazza per solidarizzare con chi ha difeso l'ex scuola abitata da singoli e famiglie migranti, provenienti per lo più da Eritrea, Somalia ed Etiopia

La volontà è quella di opporsi a un’idea emergenziale nella gestione dell’accoglienza dei migranti, ma soprattutto quella di trovare una soluzione definiva per i 70 ospiti e ottenere la solidarietà delle istituzioni nei confronti dei 30 attivisti condannati per essersi opposti al tentativo di sgombero della struttura a dicembre dello scorso anno. Mercoledì 22 dicembre movimenti e volontari scendono in piazza nel centro di Bari, nella piazzetta dell’Economia, per solidarizzare con chi ha difeso l’occupazione dell’ex Socrate da parte di singoli e famiglie migranti, provenienti per lo più da Eritrea, Somalia ed Etiopia. Un incendio improvviso la mattina del 22 dicembre dello scorso anno aveva causato l’evacuazione delle persone che alloggiano nella struttura e l’inagibilità di una parte di essa. L’intervento delle forze di polizia aveva provato a impedire il ritorno della sessantina di persone, nonostante l’amministrazione comunale non avesse emesso alcuna ordinanza di sgombero, ma l’arrivo di attivisti solidali di movimenti, associazioni e partiti aveva permesso il ritorno degli occupanti dell’ex liceo di via Fanelli, occupato da oltre 11 anni.

Nei primi giorni di dicembre la questura ha notificato 30 decreti penali di condanna per spese processuali, 28 da 4 mila 700 euro e due da 7 mila 700 euro, ad altrettante persone per spese processuali per un ammontare di 147 mila euro. Quella sera ci furono lunghi momenti di tensione, con il sindaco Antonio Decaro e l’assessora ai Servizi sociali Francesca Bottalico a cercare di mediare e trovare una soluzione per persone che altrimenti, a pochi giorni dal Natale e con le temperature rigide, non avrebbero avuto un tetto dove andare a dormire. Non ci furono però scontri o disordini e la situazione tornò dopo qualche ora alla normalità. Dalle condanne è partito un appello che ha coinvolto tante persone, molte conosciute e autorevoli della città, a partire da don Angelo Cassano della parrocchia di San Sabino, per arrivare a una soluzione definitiva della vicenda. Soluzione che era stata trovata nel 2014 con un progetto condiviso dal Politecnico di Bari, col Comune e la Regione, di autorecupero della struttura attraverso il contributo degli stessi ospiti e dei volontari. Progetto però rimasto nel cassetto e sostituito a novembre 2020 da un altro progetto, quello di un centro polifunzionale con accoglienza temporanea di parte dei migranti approvato in Consiglio comunale. Una soluzione per nulla condivisa dai firmatari dell’appello, tra i quali anche Rifondazione comunista e Sinistra italiana, che spingono affinché si creino le condizioni per una sistemazione stabile degli ospiti.

All’interno ci sono famiglie con bambini che vanno a scuola, perfettamente integrate nel tessuto sociale della città. Vivono però in condizioni precarie anche per l’assenza di corrente elettrica da circa un anno, sistemata in maniera provvisoria grazie all’utilizzo di un generatore messo a disposizione dai volontari attraverso una colletta. Di qui le istanze dei manifestanti che continuano a preferire un dialogo con l’amministrazione comunale e il sindaco Decaro. “Per una positiva soluzione e concretizzazione del protocollo di intesa per un progetto di autorecupero che garantisca casa e diritti alla comunità residente nell'ex socrate, Per un modello di welfare alternativo a quello emergenziale dominante, Contro un modello di sviluppo economico basato sulla speculazione edilizia a discapito del diritto alla casa e contro le politiche di limitazione della libera espressione e del dissenso”.

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