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Il futuro del teatro Petruzzelli dopo la doppia sentenza della Corte d'Appello, Emiliano: "Esproprio procedura più garantita"

Il presidente della Regione è intervenuto sulla vicenda rispondendo alle domande dei cronisti: "La via maestra è l'esproprio, ora trovi spazio pacificazione"

Quale sarà il futuro del teatro Petruzzelli? E' la domanda che resta in attesa di risposte dopo le due sentenze della Corte di Appello di Bari, con le quali i giudici hanno stabilito che il teatro è di proprietà degli eredi Messeni Nemagna e non del Comune, e che la famiglia dovrà restituire allo Stato oltre 43 milioni dei costi di ristrutturazione e che il protocollo d'intesa sottoscritto nel 2002 che regolamentava i rapporti tra proprietari ed enti locali non ha validità. 

Domani è in programma a Roma un incontro tra il sindaco Decaro e il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Intanto sulla vicenda è intervenuto oggi il presidente della Regione, Michele Emiliano, rispondendo alle domande dei cronisti a margine della sua partecipazione all'avvio della campagna di richiami anticovid per il personale scolastico. 

"La Regione è al fianco del sindaco, pronto a sostenerlo in qualunque tipo di problematica", ha detto Emiliano, le cui dichiarazioni sono riportate dalla Dire. "La Regione Puglia - ha continuato - è al fianco della città di Bari in tutte le maniere possibili, sia dal punto di vista del sostegno politico ed economico sia dal punto di vista della necessità di trovare eventualmente una intesa con i soggetti che sono stati dichiarati legittimi proprietari". 

"Il verdetto - ha aggiunto - era abbastanza prevedibile, nel senso che nonostante i tentativi che sono stati fatti dal punto di vista giuridico di acquisire la proprietà del teatro, ovviamente la via maestra è l'esproprio". Per Emiliano, il teatro "bene di interesse pubblico, di interesse culturale e il testo unico dei beni culturali prevede in questi casi che il ministero possa espropriare". 

"Tra l'altro - ha proseguito - il ministero è creditore di una somma enorme, quindi quella somma è già una compensazione dell'indennità di esproprio eventualmente da mettere appunto". 
"Bisogna muoversi in armonia e in pace, perché è chiaro che non si può interrompere l'attività della fondazione e il teatro non può essere nuovamente sottratto alla città, non credo sia questo lo scopo dei privati proprietari. Credo - ha concluso - che la pacificazione debba trovare spazio in questa fase. Ma la procedura di esproprio è quella più garantita per i privati".

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