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Percettori del reddito di cittadinanza impiegati in attività di supporto alla Procura: a Bari un progetto con il Comune e gli Uffici giudiziari

A siglare la convenzione, nella sede degli Uffici Giudiziari di via Dioguardi, il vicesindaco e assessore alle Politiche attive del lavoro Eugenio Di Sciascio, nonché il procuratore della Repubblica di Bari Roberto Rossi

La Procura di Bari e il Comune hanno attivato la convenzione per il Progetto di utilità collettiva “Il cittadino e la Giustizia”, che vedrà impegnati 42 percettori del Reddito di cittadinanza. I partecipanti saranno impiegati in attività di supporto agli uffici della Procura barese. A siglare la convenzione, nella sede degli Uffici Giudiziari di via Dioguardi, il vicesindaco e assessore alle Politiche attive del lavoro Eugenio Di Sciascio, nonché il procuratore della Repubblica di Bari Roberto Rossi.

Si tratta della seconda Convenzione sottoscritta fra le parti, nell’ambito dello stesso avviso pubblico Puc del Comune di Bari, che segue il progetto 'Insieme per la giustizia' avviato nel novembre 2021 e conclusosi il 14 aprile scorso, il quale aveva visto la partecipazione di 113 beneficiari del Reddito di cittadinanza impiegati, per oltre 3.000 giornate, in 13.316 ore di attività nell’arco dei diciotto mesi di durata del Puc.

“In continuità con la positiva esperienza pregressa - si legge nella manifestazione d’interesse proposta dalla Procura - si intende proseguire con la creazione di un nuovo modello di impegno per la cosa pubblica per l’ampia platea di beneficiari del Reddito di cittadinanza, con la possibilità di valorizzare, nel settore giustizia, alcuni obiettivi quali la crescita e formazione delle persone e la tutela della Giustizia, quale patrimonio comune da preservare anche con l’aiuto e la collaborazione della collettività”.

“Credo questa sigla si possa facilmente annoverare tra le collaborazioni più importanti tra le istituzioni - ha commentato Eugenio Di Sciascio -, che hanno condiviso l’idea di avviare un percorso di crescita per le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza affinché possano restituire qualcosa alla collettività. Il rapporto con la Procura è ormai solido e stabile, a riprova del fatto che il lavoro di queste persone ha lasciato un segno e ha rappresentato un valore per le istituzioni in cui si svolge oltre ad aver generato legami. Nonostante le difficoltà di questi anni, abbiamo attivato una serie di progetti PUC, ben 112 tra quelli già attivati e quelli in partenza, con centinaia di cittadini reinseriti in questi percorsi. Ci abbiamo creduto sin da subito perché riteniamo che, sebbene non si tratti di inserimenti lavorativi veri e propri, possano contribuire all’attivazione individuale di soggetti che da tempo non lavorano che potranno poi avere maggiori opportunità per il reinserimento lavorativo. Per il futuro attendiamo di capire come la norma di riferimento si evolverà e come cambieranno gli scenari legislativi su questi progetti, con la speranza che l’impianto di base possa rimanere tale da consentirci di proseguire con la realizzazione di questi progetti. Ci sono casi, come questa collaborazione con la Procura, che addirittura hanno ricevuto un riconoscimento a livello nazionale sia per il modello di gestione sia per l’impatto sociale generato sul territorio" conclude Di Sciascio.

“Insieme per la giustizia è un progetto che ha funzionato - ha dichiarato Roberto Rossi -, lo dimostrano i numeri e la soddisfazione espressa dal nostro personale, condivisa dai beneficiari del progetto che hanno affiancato gli uffici della Procura nel disbrigo di una serie di attività. Alcuni dei partecipanti al progetto, al termine dell’esperienza, hanno addirittura chiesto di poter proseguire da volontari, a riprova che si è creato un rapporto molto positivo, in cui le persone coinvolte hanno lavorato anche oltre ciò che gli veniva richiesto. È questa la ragione per la quale oggi firmiamo questa convenzione per una nuova edizione del progetto: perché ha funzionato molto bene, e di questo ringrazio l’amministrazione comunale, nonostante alcuni limiti oggettivi legati in primo luogo alla carenza di spazi qui in Procura”.

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