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La costa tra Bari e Brindisi 'declassata' nella Guida Blu, Legambiente risponde alle polemiche: "Vanno migliorati standard turistici e ambientali"

L'associazione ambientalista replica alle polemiche scatenate dalla declassificazione da 5 a 4 vele del comprensorio del Costa del Parco Agrario degli Ulivi Secolari, che include i Comuni baresi di Monopoli e Polignano e altre centri del Brindisino

Arriva a distanza di qualche giorno la replica di Legambiente alle polemiche innescate dalla 'declassificazione', nella Guida Blu redatta con il Touring Club Italiano, del comprensorio del Costa del Parco Agrario degli Ulivi Secolari. La scelta di far passare il territorio da cinque a quattro vele ha provocato le proteste di alcuni dei sindaci dei Comuni coinvolti (il comprensorio include Monopoli e Polignano, Ostuni, Carovigno e Fasano) cui l'associazione risponde in una nota.
 
"Legambiente - si legge - ricorda che la graduatoria dei comprensori balneari e turistici riportati nella guida Il mare più bello, è riferita ai dati raccolti da Legambiente sulla gestione dei servizi da parte delle amministrazioni locali e sulla qualità ambientale del territorio. Inoltre il giudizio attribuito a ciascun comprensorio va dalle Cinque Vele assegnate ai migliori fino a Una Vela per i territori che comunque raggiungono la sufficienza dei voti. Tali vele possono scendere ed aumentare ogni anno a seconda delle politiche adottate dalle amministrazioni negli anni ed in seguito agli avvertimenti e segnali lanciati dalla nostra associazione alle amministrazioni stesse.  La scelta degli indicatori e la loro attribuzione a differenti macro aree ha tenuto conto di requisiti chiave, definiti in ambito europeo con il contributo della rete delle ecolabel che seguono i criteri del progetto Life “VISIT”".

"Da subito Legambiente - prosegue ancora la nota - smentisce categoricamente la propria contrarietà al turismo di lusso o agli investimenti esteri, così come affermato tramite articoli e dichiarazioni stampa dai sindaci di Polignano a Mare, Domenico Vitto, e di Ostuni, Guglielmo Cavallo. Una serie di luoghi comuni, per cui noi ambientalisti, con le nostre classifiche estive, penalizzeremmo le località di alta gamma a favore di quelle “minori d’interesse”. Ma basta vedere le classifiche e le località premiate con il massimo riconoscimento per vedere che la realtà è molto diversa, infatti in testa quest'anno troneggia una località, Castiglione della Pescaia, che sul lusso ha costruito buona parte del suo profilo o in Puglia basta guardare ad Otranto. Tantomeno siamo contrari al turismo dai grandi numeri, ed infatti le 5 vele sventolano alle Cinque Terre o a Camerota che registra il doppio delle presenze di Ostuni. Puntiamo il dito su ciò che sta accendo sulla costa tra Bari e Brindisi, in cui in nome di un fantomatico lusso si vuole solo cementificare la nostra amata costa. Non basta scrivere “luxury” per mascherare l’ennesimo villaggio turistico di un turismo vecchio e ormai passato".

Leganbiente fa poi riferimento al caso specifico di Costa Ripagnola, citato proprio tra le motivazioni che hanno portato alla declassificazione. "Già il nome del comprensorio Costa del Parco Agrario degli Ulivi Secolari dovrebbe dare il proprio messaggio. E ricordiamo che l'area interessata dal progetto del resort di Cosa Ripagnola è una zona tipizzata ad attività primarie (agricole) E2 (art. 26 NTA) dallo strumento urbanistico vigente del Comune di Polignano a Mare, destinate in prevalenza all'agricoltura ed alla tutela di caratteristiche naturali e ambientali; non è ammessa la costruzione e utilizzazione di serre e non vi sono ammesse attività di carattere industriale o estrattive. Deve essere assicurato il mantenimento e il recupero delle costruzioni in pietra esistenti e, in particolare dei trulli, ove presenti, delle murature a secco (parieti) e di altri eventuali segni storici riconducibili all'uso agricolo dell'area (norie, cisterne, etc.).  Le costruzioni esistenti possono essere utilizzate, oltre che per attività agricole e residenziali, anche per attività agrituristiche, alberghiere, di ristorazione e simili attraverso opere di manutenzione e/o restauro. Difatti il progetto presentato per il parere di Valutazione Impatto Ambientale (all’interno della procedura PAUR) nel titolo veniva definito: “Progetto di riqualificazione e valorizzazione area "Costa Ripagnola" tramite recupero architettonico dei trulli a destinazione turistico - alberghiera, delle aree archeologiche e del sistema ambientale e vegetazionale e realizzazione di attrezzature per il tempo libero e la balneazione”. Di contro nel titolo autorizzativo del Comune di Polignano a Mare – Permesso di Costruire – il progetto autorizzato diventava “Riqualificazione e valorizzazione dell’area "Costa Ripagnola" tramite recupero dei trulli da destinare a villaggio – albergo delle aree archeologiche e del sistema ambientale e vegetazionale e realizzazione di attrezzature per il tempo libero e la balneazione”. Si ritiene superfluo ogni ulteriore commento per sottolineare la differenza sostanziale tra interventi su singole costruzioni rispetto all’attrezzamento dell'intera area per la realizzazione del villaggio – albergo. Con buona pace della destinazione urbanistica e del corretto ed ordinato sviluppo del territorio attraverso lo strumento urbanistico e dei piani regionali di tutela. E non dimentichiamoci tutto il balletto tra revoche in autotutela, nuovi pareri, conferenze, ecc… per culminare all’ennesima revoca sia del comune di Polignano a Mare che della Regione Puglia. Prima non si conosceva lo stato dei luoghi?  L’incanto di un’economia distruttiva e non sostenibile non interessa neppure esperienze totalitarie come la Comunità Europea che attraverso i nuovi strumenti di rilancio economico, come ad esempio la Next Generation Eu, propongono modelli di sviluppo sostenibile ed intelligente nonché la transizione verde e l’economia circolare

"Ci fa molto piacere - si legge ancora nella nota - che le amministrazioni comunali tengano così tanto al riconoscimento delle 5 Vele di Legambiente, ma allo stesso modo devono garantire, anzi migliorare, gli standard dei servizi turisti e ambientali affinché quel massimo riconoscimento venga mantenuto e confermato. E ai comuni di Monopoli e Fasano ricordiamo che dire “non è colpa nostra ma dei vicini” non vi rende meno colpevoli. L’idea di comprensorio turistico è proprio quella di lavorare in sinergia ed insieme per la crescita e tutela del territorio. Forse “È ORA”, come dice lo slogan di Legambiente per il 2021, di chiedere conto della legittimità di eventuali danni in termini di sottrazione di beni comuni del patrimonio culturale, ambientale e della memoria collettiva? Ovviamente la nostra associazione è sempre aperta al dialogo e confronto e a lavorare in sinergia con le amministrazioni per raggiungere insieme l’obiettivo di sviluppare la nostra splendida Puglia e tutelare ciò che l’ha resa famosa in tutto il mondo: paesaggi, mare e tradizioni". 

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