Emergenza incendi in Puglia, i rifiuti abbandonati aumentano il rischio dei roghi
La regione è al terzo posto, in Italia, per reati ambientali a causa dello sversamento nelle campagne di rifiuti di ogni genere. Ecco i consigli e le buone pratiche, indicate da Coldiretti, per evitare di accendere fiamme nelle zone boschive
Cresce l’emergenza in Puglia con il rischio incendi che aumenta anche a causa dei rifiuti abbandonati. La regione è al terzo posto per reati ambientali a causa dello sversamento nelle campagne di rifiuti di ogni genere, spesso anche tombati e incendiati, pari al 10% delle infrazioni accertate sul totale nazionale. È quanto afferma la Coldiretti che ha elaborato un vademecum per prevenire i roghi nell’estate 2023 segnata dagli incendi anche nelle mete tradizionali delle vacanze in Puglia.
"La prima regola da seguire nel bosco è quella - afferma la Coldiretti - di evitare di accendere fuochi non solo nelle zone boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Soprattutto nelle campagne non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi".
"Non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità e in particolare - continua la Coldiretti - evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili".
"Dal momento che - continua la Coldiretti - 6 roghi su 10 si stima siano causato volontariamente anche per opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con la Forestale e con i corpi di Pubblica sicurezza per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono dei boschi nazionali".
"Ci vorranno almeno 15 anni - ricorda la Coldiretti - per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate.
Per garantire una funzione di controllo e monitoraggio ed intervenire tempestivamente, Coldiretti e Vigili del Fuoco, con il supporto dell’Associazione 'Ab -Agrivenatoria Biodiversitalia', hanno sottoscritto un protocollo per le attività di lotta agli incendi di bosco o per rischi idrogeologici. L’accordo prevede che gli agricoltori mettano a disposizione spazi per i mezzi di pronto intervento e partecipino a progetti mirati per lo sviluppo di procedure per l’allertamento delle squadre operative dei Vigili del Fuoco in caso di emergenze.