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Aborto e legge 194, per la Cgil "troppi obiettori di coscienza negli ospedali": in Puglia punte del 90%

La segretaria Cgil Bari, Gigia Bucci: "Proviamo ad indire concorsi pubblici per tenere in equilibrio la presenza di medici obiettori di coscienza con i professionisti che non lo sono, garantendo così l’applicazione di questa legge"

"Chiediamo alla Asl di Bari di costituire un tavolo di monitoraggio permanente che verifichi l’attuazione della corretta applicazione della legge 194" sull'aborto, e "va costruita una rete aperta e trasparente": lo afferma, in una nota, la segretaria generale Cgil Bari, Gigia Bucci, nel corso dell'iniziativa "Donne che danno”, dibattito sul ruolo della legge tra conquista e difesa nell’aula magna del Policlinico di Bari alla vigilia della festa dell’8 marzo.

"Abbiamo l’esperienza positiva dell’ospedale San Camillo di Roma - dice - , pertanto facciamola nostra e proviamo ad indire concorsi pubblici per tenere in equilibrio la presenza di medici obiettori di coscienza con i professionisti che non lo sono, garantendo così l’applicazione di questa legge. Dall’ultimo rapporto del ministero della salute sulla attuazione della legge 194 emerge non solo che le strutture pubbliche con reparto di ostetricia e servizio di interruzione volontaria di gravidanza sono solo il 60% circa su tutto il territorio nazionale ma anche che il numero di ginecologi che si avvale dell'obiezione di coscienza ammonta a circa il 67% con punte dell'80 in alcune regioni del Sud Italia. In Puglia abbiamo toccato punte del 90% registrando la presenza di almeno un ospedale in cui il 100% dei ginecologi è obiettore di coscienza e 5 strutture in cui la percentuale supera l'80%".

"E’ di questi mesi - rimarca -  la notizia del pensionamento dell'ultimo ginecologo non obiettore della provincia di Bari situazione simile a quella successa in Molise nel 2019 dove l'ultimo ginecologo non obiettore ha dovuto procrastinare di anno in anno il suo pensionamento per poterne garantire il servizio. Se  si osservano i dati con attenzione dall'introduzione della legge 194 fino ad oggi il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza è in continua diminuzione, lo stesso rapporto del ministero ne registra il calo costante senza considerare poi quanto la legge 194 abbia di fatto salvato la vita delle donne impedendo loro di optare per soluzioni clandestine e illegali. Se questo dato è in calo molto lo si deve al ruolo svolto dai consultori familiari, potenziati dalla stessa legge 194 e fondamentali per fornire informazioni servizi e infondere la conoscenza necessaria a sostenere e informare le donne sia per quanto riguarda la contraccezione che nel percorso per l'interruzione volontaria di gravidanza. Purtroppo la situazione italiana registra ancora un numero troppo basso rispetto alla crescente richiesta, si conta infatti in media un consultorio anni 35.000 abitanti dato distante da quanto previsto dalla legge 34 del 96 che ne vorrebbe uno ogni 20.000 abitanti. Per quanto riguarda la nostra regione dall’ultimo rapporto sui consultori familiari, si può registrare un dato positivo che ci colloca al 9° posto tra le regioni con una diffusione più ampia per abitanti rispetto alla media nazionale, inoltre la capacità attrattiva negli adolescenti compresi nella fascia di età tra i 14 e i 19 anni e le prestazioni offerte dai consultori familiari ogni 100.000 abitanti risultano addirittura superiori alla media nazionale" conclude Bucci.

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