La storia di Aphel, il robot 'sentimentale' che aiuta i bambini di oncoematologia anche grazie ai ragazzi dei licei di Molfetta
La macchina umanoide, donata dall'azienda che l'ha realizzata, al reparto dell'ospedale Santissima Annunziata parla, abbraccia, esprime sentimenti e gioca col latino e la matematica con i quiz programmati dagli studenti del liceo Einstein della cittadina adriatica
Aphel parla. Interagisce. Abbraccia. Accoglie emozioni e condivide storie. Quelle dei bambini ricoverati nel reparto di oncoemtaologia dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Movenze umanoidi, voce, braccia meccaniche, schermo touch e rotelle per muoversi nello spazio, Aphel il robot realizzato dall’azienda Predict e donato alla struttura sanitaria tarantina diretta dal dottor Valerio Cecinati, dove convergono alcune delle storie più drammatiche del territorio pugliese, uno dei più martoriati per l’incidenza delle neoplasie fra la popolazione, anche purtroppo minorile. Il robot funge da supporto alle attività dei medici e degli psicologi che operano nel reparto “creando momenti di svago in grado di spezzare la routine dei giorni di degenza”, come spiega il direttore Cecinati.
Le funzioni della macchina divenuta amica dei bambini si sono arricchite di dieci storie interattive, due quiz di latino e uno di matematica, scritte in linguaggio macchina e finalizzate a programmarla. A confezionare i lavori gli studenti della curvatura biomedica del liceo scientifico Einstein e del classico di Molfetta, che hanno così potuto contribuire a supportare i loro coetanei, e non solo, in cura nell’ospedale tarantino. Il tutto è avvenuto grazie alla disponibilità dell’azienda che si occupa dello sviluppo di tecnologie innovative nel settore dell’healthcare e della distribuzione di sistemi ecografici e radiologici di imaging diagnostico, e grazie alla disponibilità dell’ingegner Angelo Gigante, dell’ingegner Nicoletta Lorusso e dell’ingegner Monica Carella.
“Aphel – spiegano i professionisti coinvolti - è l'esempio di come a grazie tecnologie avanzate nel campo dell'intelligenza artificiale unite all'empatia umana e a ottimi progetti, si riesca a ottenere un nuovo tipo di comunicazione, efficace e necessaria in contesti delicati. L'uomo non perde potere o spazio rispetto alla tecnologia, ma potenzia le proprie qualità al servizio di tante storie, personali o create ad hoc, costruendo così universi possibili di speranza e gioia per se stesso e per gli altri”. L’aiuto, considerato prezioso, nel reparto, è descritto in maniera entusiasta anche da Maria Montanaro, psicologa e psicoterapeuta che opera nell’ospedale in favore dei piccoli degenti delle loro famiglie.
“Il robot – spiega in un video che racconta dell’impatto di Aphel tra le stanze e i corridoi di oncoematologia – è un valido supporto non farmacologico per aiutare i piccoli pazienti, sia di età prescolare che scolare, ad affrontare procedure come prelievi, biopsie, gastroscopie e altri esami clinici, ma anche per favorire l’accoglienza e l’adattamento al contesto ospedaliero nel caso di day hospital o di degenza, Ne hanno beneficiato i piccoli pazienti, i loro famigliari e anche gli operatori sanitari”.