Covid, Puglia in zona rossa anche dopo Pasqua: è ancora tra le regioni a 'rischio alto'. Indice Rt a 1,09
I dati contenuti nell'ultimo report di Istituto superiore di Sanità e ministero della Salute relativo alla settimana 22-28 marzo. La situazione pugliese resta ancora molto seria
La situazione Covid in Puglia resta grave. La nostra regione, infatti, è tra le sei indicate con livello di rischio 'alto' nell'ultimo report del monitoraggio Iss-ministero della Salute, reso noto oggi e relativo alla settimana 22-28 marzo.
Mentre a livello nazionale l'indice Rt torna sotto 1 e arriva a 0,98, e l'incidenza cala a 232, la Puglia resta tra le regioni che continuano a presentare uno scenario di criticità. L'Rt, il parametro che misura la velocità di trasmissione del virus, si attesta nella nostra regione a 1.09, in calo rispetto alla scorsa settimana ma ancora sopra la soglia di allerta che è pari a 1. Inoltre, la Puglia è anche tra le quattro regioni italiane che per le quali sono segnalate "molteplici allerte di resilienza".
Come si legge nel report, "complessivamente il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati con sei Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto) che hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020". La Puglia è inoltre, come già detto, tra le undici Regioni "con un Rt puntuale maggiore di 1", insieme a Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Sardegna, Sicilia, Toscana, valle d'Aosta e Veneto.
Sempre alta anche l'incidenza, che resta ben sopra il limite dei 250 casi per 100mila abitanti, attestandosi nella settimana in questione oltre i 300 casi.
Con tale scenario, la Puglia si appresta dunque a restare in zona rossa anche dopo il weekend di Pasqua, con le restrizioni destinate probabilmente a durare almeno per altre due settimane. Per la promozione in una zona con meno restrizioni, infatti, occorrono due monitoraggi successivi con dati in miglioramento tenendo conto del rischio e dello scenario. Come da Dpcm, invece, il parametro dell'incidenza superiore ai 250 casi ogni 100mila abitanti (come nel caso della Puglia) fa scattare l'automatismo della zona rossa.