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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Fratture del calcagno curate con un fissatore esterno: nel Di Venere applicata la tecnica mini invasiva

Nei giorni scorsi, per la prima volta al mondo, l’équipe di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale barese ha utilizzato con successo un nuovo modello di fissatore su un paziente traumatizzato

Impiantato, per la prima volta al mondo, un innovativo fissatore esterno per il trattamento delle fratture del calcagno. Nei giorni scorsi, l’équipe di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Di Venere di Bari ha utilizzato con successo un nuovo modello di fissatore su un paziente traumatizzato. Il fissatore è il risultato di tre anni di studio sul campo, in cui sono stati impegnati gli ortopedici guidati dal dottor Vincenzo Caiaffa, direttore dell’Ortopedia del presidio e del Dipartimento Ortopedico dell'Asl Bari e dell’esperienza di un’azienda del settore in grado di trasferire il lavoro e le indicazioni degli specialisti nella realizzazione del nuovo dispositivo.

"In questo progetto - ha sottolineato il dottor Caiaffa - ci sono risorse ed energie affidate ad un gruppo di progettisti ortopedici traumatologi pugliesi e questo è sicuramente un bel traguardo raggiunto e motivo di orgoglio per tutta la scuola ortopedica barese".

Versatile, grazie al design unico e compatto, di facile impiego per gli ortopedici, il fissatore è soprattutto un trattamento stabile e mininvasivo per i pazienti che subiscono fratture articolari scomposte, con benefici in termini di tempi chirurgici più brevi rispetto ai trattamenti classici 'a cielo aperto', riduzione di rischio e complicanze, possibilità di carico parziale o completo già dopo quattro settimane, più rapido recupero funzionale e la rimozione in ambulatorio evitando un secondo intervento chirurgico.

Fissatore frattura di calcagno"Pur essendo il trattamento delle fratture di calcagno con fissazione esterna un metodo acquisito sin dagli anni Ottanta - ha aggiunto Caiaffa - con questo nuovo dispositivo la tecnologia medicale in materia di traumatologia ortopedica compie un notevole passo in avanti dovuto all'evoluzione dei materiali, all'esperienza clinica e alla possibilità di condividere sempre più grandi numeri in studi scientifici multicentrici. Questo nuovo modello, inoltre, presenta una tecnologia evoluta che semplifica il lavoro del chirurgo traumatologo, ad esempio sfruttando la migliore visualizzazione radiologica connessa alla ridotta presenza di metallo oppure l’estrema adattabilità al piede ed ottimizza l’adesione al trattamento da parte del paziente anche per via della buona compatibilità e tenuta meccanica.

L'intervento compiuto nei giorni scorsi nel nosocomio barese è perfettamente riuscito: "Il risultato è stato eccellente - ha concluso il dottor Caiaffa - come peraltro ampiamente dimostrato dai test pre-clinici e come potrà verificare direttamente il paziente nella sua vita quotidiana quando potrà muovere i primi passi appoggiando il piede grazie alla capacità del fissatore di mantenere la riduzione della frattura nel tempo".

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