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Martedì, 23 Aprile 2024
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"Inutile e pericolosa", "farà sparire le brutte abitudini": la nuova pista ciclabile di corso Vittorio Emanuele divide i baresi

Un intervento semplice  ma allo stesso tempo radicale, su uno dei 'boulevard' simbolo del capoluogo pugliese, spesso trafficato. L'opinione degli esperti della mobilità a due ruote della città

Troppo 'light' e pericolosa, idea efficace e coraggiosa, primo passo per cambiare le abitudini dei baresi: come tutte le cose nuove, la pista ciclabile in realizzazione su corso Vittorio Emanuele, su uno degli assi principali della viabilità cittadina, primo pezzo del piano Open Space del Comune per rivoluzionare la mobilità nel capoluogo pugliese, divide e fa discutere. Un intervento semplice  ma allo stesso tempo radicale, su uno dei 'boulevard' simbolo della città, spesso trafficato, specie nei fine settimana, dove le corsie di marcia per le auto sono state dimezzate per far posto alle due direzioni della nuova ciclabile, ricavata a ridosso dei marciapiedi con strisce sull'asfalto e segnaletica verticale, senza protezioni particolari o materiali che avrebbero comportato una spesa maggiore e tempi molto più lunghi dal punto di vista burocratico.

Il Comune, approfittando dell'aria di ripresa post lockdown, ha rotto gli indugi mettendo in atto il piano Open Space, cominciando dal cuore della città, per poi proseguire a San Cataldo e sul lungomare Nazario Sauro. Intanto, in questi giorni, i baresi stanno familiarizzando, non senza qualche difficoltà e gesti incivili, con la rinnovata viabilità di corso Vittorio Emanuele. Cosa ne pensa, però, chi da sempre si batte per diffondere l'utilizzo della bici in città? Tra gli addetti ai lavori le opinioni sono discordanti: "E' vero che non ci sono i cordoli - spiega a BariToday Milena Ianigro, voce attiva della mobilità ciclistica nel capoluogo pugliese -  ma se c'è una striscia il ciclista sa quella corsia è sua e se lo buttano all'aria è dalla parte della ragione. Le macchine che sconfinano, o peggio, ci saranno sempre. Questa è una via di mezzo rispetto alla ciclabile tradizionale, anche per la presenza dei parcheggi. In questo modo abituiamo gli automobilisti alla presenza della pista. E poi - aggiunge - non sprechiamo denaro per realizzazione e progetti". Per Ianigro le nuove ciclabili "innescheranno un circolo virtuoso, educando i ciclisti e i guidatori indisciplinati, invogliando la gente a prendere la bici e snellendo il traffico. D'altra parte se sul corso o sul lungomare ho meno corsie a disposizione ci penserò due volte prima di percorrerlo con l'auto. Meglio una pista ciclabile, anche come questa, che nessuna. Quando ci abitueremo potremo anche pensare a sensi unici eccetto bici".

Positivo anche il giudizio di Roccaldo Tinelli, presidente di Fiab Ruotalibera Bari: "E' una soluzione accettabile. Di fatto è una pista separata, protetta, per via dei parcheggi e dei bidoni dell'immondizia. Avevamo sollecitato il Comune a intervenire sulla questione delle ciclabili in città, integrando ad esempio anche le corsie dei bus per l'utilizzo delle bici, proposta accolta. Non crediamo ci sarà più traffico, anche perché il flusso delle auto è consentito. Bisogna cambiare la mentalità generale, ad esempio incentivando le zone 30 nel centro cittadino". Non mancano, però, le voci critiche, come quella di un vecchio ciclista barese navigato come Lello Sforza: "Qui parliamo di piste ciclabili light, ma cosa vuol dire? Queste corsie sarebbero sicure a Berlino e in altre città europee dove c'è condivisione della viabilità e un maggior rispetto civico, non qui. Sono a mio avviso pericolose. Le cose vanno fatte per bene, altrimenti si tratta di palliativi. Bisognava anche risistemare l'asfalto per garantire maggiore sicurezza. ". Per Sforza il problema è che, assieme alle nuove piste, "non è stato preso alcun provvedimento per ridurre il carico di traffico stradale. Teniamo presente che in corso Vittorio Emanuele si crea un imbottigliamento pazzesco, specie nei weekend. Non bastano due strisce per una ciclabile". Di qui la proposta di "adottare pienamente il piano del 2013, in modo da dotare Bari di un seria rete, anche con collegamenti con l'esterno della città", altrimenti "si tratta solo di un'inutile improvvisazione".

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