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Un pianoforte donato al reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Bari: "La musica sollievo dell'anima"

L’iniziativa nasce da un’idea del medico Alessandro Grassi. “In reparto abbiamo un sistema di interfono che utilizziamo per chiamare i genitori dei bambini e un giorno, invece di chiamarli per nome, ho usato un brano musicale: ho detto loro ‘quando sentite la musica, potete entrare’ "

Un pianoforte per regalare qualche momento di serenità e sollievo grazie alla musica a famiglie, pazienti e operatori dell'unità di Neonatologia e Terapia Intensiva neonatale del Policlinico di Bari diretta dal professor Nicola Laforgia. Lo strumento è stato donato dalla ditta 88 Tasti di Bari ed è stato posizionato nell’area antistante all’ingresso del reparto in maniera tale che le note possano essere ascoltate anche all’interno.

L’iniziativa nasce da un’idea del medico Alessandro Grassi. “In reparto abbiamo un sistema di interfono che utilizziamo per chiamare i genitori dei bambini e un giorno, invece di chiamarli per nome, ho usato un brano musicale: ho detto loro ‘quando sentite la musica, potete entrare’ – racconta Grassi - La reazione è stata sorprendente, un papà si è commosso perché dopo mesi di difficoltà sentiva qualcosa di bello. Qui in Neonatologia i pazienti non sono solo i bambini, ma anche i genitori. È stato allora che ho chiesto informazioni alla scuola di musica che frequenta mia figlia”.
In poche settimane è giunta la donazione. Ieri l’inaugurazione del pianoforte con l’esecuzione di brani del repertorio classico e leggero come la Sonatina di Beethoven, I giorni di Einaudi e Over the rainbow di Arlen. A suonare i medici Manuela Capozza, Antonella Filannino, Vittorio Stallone e Alessandro Grassi.

“Vogliamo rendere gli ambienti, in cui si lavora e in cui accogliamo i genitori, più a misura di famiglia, perché noi abbiamo anche bambini in reparto per mesi  - spiega il direttore, Nicola Laforgia - far sentire la musica significa riuscire a dare alle famiglie un’immagine del reparto che non sia solo quella di luogo di sofferenza, di paura e di difficoltà, ma anche un luogo dove attraverso la musica si possono trasmettere sensazioni positive che fanno anche bene ai bambini, come le esperienze della musicoterapia fatte da noi e in reparti come il nostro. Ci impegniamo a ridurre i rumori molesti dei monitor e delle apparecchiature della terapia intensiva e la musica diventa una vera e propria cura: anche questo ci può aiutare a fare meglio il nostro lavoro”.

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