Una rete di città italiane per una politica innovativa sulle droghe: Bari tra i sei Comuni promotori
L'iniziativa presentata questa mattina a Roma: obiettivo promuovere un nuovo approccio nella gestione delle tematiche relative a diffusione e abuso di droghe, favorendo le sinergie tra enti territoriali, istituzioni, realtà sociali e comunità
C'è anche Bari tra i sei Comuni italiani primi firmatari della 'Rete delle città italiane per una politica innovativa sulle droghe'. L’iniziativa, intrapresa dagli assessori al Welfare dei Bologna, Milano, Napoli, Torino, della Città Metropolitana di Roma e del capoluogo pugliese, è stata presentata questa mattina nella sala stampa della Camera dei Deputati.
L’intesa, inedita per gli enti locali, nasce - spiega una nota di Palazzo di Città - per chiedere una riforma della legge e delle politiche sulle droghe e favorire un ruolo di maggiore responsabilità civile e istituzionale degli amministratori locali che intendono impegnarsi attivamente per avviare un processo di riorganizzazione delle politiche urbane relative al fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti. L’obiettivo è sperimentare modelli di regolazione sociale dei fenomeni del consumo, di mediazione sociale per garantire accessibilità e vivibilità dello spazio urbano per tutti, e di politiche centrate sulla promozione della salute e sui diritti.
Le ragioni della scelta, scaturita anche attraverso il dialogo con realtà della società civile, sono esplicitate nella Carta di intenti presentata questa mattina: “Le nostre città sono da tempo la scena di cambiamenti rapidi ed epocali intervenuti nei modelli e negli stili di consumo delle droghe, legali e illegali, tra la popolazione. Da una parte si sono moltiplicate le sostanze psicoattive usate secondo diversi modelli di consumo tra diverse aree di cittadini socialmente integrati e nella popolazione giovanile; dall’altra, si è complicata la realtà, e i rischi connessi, delle persone socialmente emarginate che consumano droghe, la cui condizione è segnata dai processi di impoverimento che investono le nostre città”. Per questo è necessario “modificare il senso e la direzione delle politiche locali - è riportato nella Carta -: da un susseguirsi di emergenze a un insieme di ordinari fenomeni interni alla vita e alla quotidiana convivenza sociale delle proprie città, di cui investe molteplici ambiti e spazi urbani. Pertanto, la doppia lettura del consumo di droghe, fino ad oggi prevalente, in termini di devianza e patologia, si è rivelata del tutto inadeguata a nuova una lettura del fenomeno, che non consente né di comprendere né di gestire”.
Secondo gli amministratori locali bisogna superare un approccio che confida prioritariamente su risposte penali e securitarie, che hanno avuto “in tutta evidenza un risultato fallimentare di fronte a questa complessità, sia a livello globale che nazionale e locale”, e adottare un’analisi razionale e realistica che indichi come “i consumi di sostanze non possano essere eliminati dalle nostre città, ma possano e debbano essere gestiti mitigandone l’impatto problematico, curandosi della qualità della vita e della salute di tutti i cittadini, sostenendo le persone ad adottare comportamenti responsabili ed autoregolati di uso e promuovendo la convivenza sociale”.
“Costruire reti e alleanze tra enti territoriali, istituzioni, realtà sociali e comunità civili rappresenta il percorso più efficace per incidere in maniera integrata e interdisciplinare sulle politiche e sui fenomeni di disagio socio-psicologico che impattano sulle nostre comunità - commenta l’assessora al Welfare Francesca Bottalico -. In questa direzione l’impegno della Rete delle città italiane sarà quello di attivare un percorso nazionale coordinato, di confronto e impegno, su una nuova politica di contrasto alla diffusione e abuso di droghe, in un’ottica preventiva e di reinserimento sociale, mettendo al centro la persona e i suoi diritti, le reti solidali e la creazione di percorsi virtuosi di collaborazione a più livelli istituzionali. Come assessorato al Welfare della città di Bari collaboreremo in maniera che si costruisca insieme un orizzonte di senso che agisca tanto sulle pratiche sociali e socio-sanitarie quanto sulla cultura e la promozione della salute, attraverso l’educazione, la formazione e la presa in carico integrata”.