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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Un tesoro nascosto nel cuore di Bari vecchia, la chiesa di San Martino e il sogno del restauro: "Il progetto c'è, ma servono fondi"

L'impegno dell'Aps Martinus per la valorizzazione del sito, uno dei luoghi religiosi più antichi della città. Da tempo c'è un piano per il suo recupero, ma trovare i finanziamenti è complesso: "Il nostro appello rivolto a privati e istituzioni"

Inaccessibile dagli anni Sessanta, è tornata a riaprire le sue porte a novembre scorso, quando grazie a un'iniziativa promossa dall'Aps Martinus, la chiesa di San Martino, in strada Bianchi Dottula, nellla città vecchia, è tornata a mostrarsi ai baresi. L'ex oratorio, la cui costruzione risale al IX-X secolo d.C., rappresenta uno dei luoghi religiosi più antichi della città. Un sito che custodisce importanti tracce di diverse epoche storiche, tra cui diversi affreschi e la tomba del sacerdote e maestro di canto Smaragdo, rettore dell’oratorio durante il periodo bizantino. 

Un vero e proprio scrigno di arte e storia, che potrebbe restituire alla città ulteriori importanti testimonianze dell'epoca bizantina, e che necessita, allo stesso tempo, di rilevanti interventi che consentano di salvaguardare la struttura e ciò che essa custodisce. L'Aps Martinus ha da tempo pronto nel cassetto un progetto per il restauro e la valorizzazione del sito, che porterebbe al recupero dei resti di epoca bizantina, ancora celati sotto l'attuale struttura risalente al Settecento, e trasformerebbe l'ex oratorio in spazio museale e di aggregazione.

"Il progetto c'è, è stato redatto dall'architetto Milillo, nostro presidente, ed è anche approvato dalla Soprintendenza - spiega Giancarlo Liuzzi, vicepresidente dell'Aps Martinus - Prevede uno scavo archeologico di tutta l'attuale navata della chiesa. Un primo scavo, fatto negli anni Settanta, ma per interventi di tipo strutturale, aveva già portato alla luce i primi resti della chiesa bizantina che si trova al di sotto di quella attuale. Durante un altro saggio, fatto ormai due anni fa, sono venuti fuori un altro affresco e un resto di fonte battesimale. Si tratterebbe di scendere di circa quattro metri per riportare alla luce altre tracce del luogo originario, che sono verosimilmente presenti". "E' un progetto molto interessante - prosegue Liuzzi - anche perché della Bari Bizantina, che è stata il fiore all'occhiello della storia della città dal punto di vista artistico e architettonico, oggi è rimasto veramente poco".

L'ingresso della chiesa-2

Nei mesi scorsi, il progetto ha suscitato molto interesse, attirando l'attenzione sia di soggetti privati, che di istituzioni e Università. Ma la sua realizzazione risulta tutt'altro che semplice. Il nodo principale è rappresentato dal reperimento dei fondi: "Parliamo di una somma che si aggira sul milione e mezzo di euro - dice Liuzzi - E' chiaro che si tratterebbe di uno scavo archeologico complesso,  che richiederebbe tempo perché deve avvenire di pari passo con un'opera di ricerca, di inventariazione e interventi di consolidamento. I fondi devono esserci, non si può rischiare di partire e poi fermarsi". A rendere più complessa la ricerca delle risorse è il fatto che la chiesetta di via Bianchi Dottula sia un bene privato. A restauro avvenuto, la gestione sarebbe comunque affidata all'Aps Martinus e quindi restituita alla fruizione pubblica, ma resterebbe nel patrimonio della famiglia proprietaria.

L'impegno dell'associazione per trasformare in realtà il recupero della chiesa di San Martino, in ogni caso, non si ferma. Nella giornata di ieri, in occasione della presentazione delle attività del Cpes (impresa che da tempo si occupa di progetti di recupero e restauro di beni architettonici, e parte dell'Aps Martinus), si è tenuto un incontro rivolto a tecnici ed esperti per esaminare più nel dettaglio alcuni aspetti del piano di restauro.

Intanto resta l'appello rivolto a chiunque voglia attivarsi per sostenere il progetto. "Un invito rivolto a tutti", tanto ai privati quanto alle istituzioni. "Se si trovasse una strada di co-progettazione e di reperimento dei fondi destinati a queste attività - dice Liuzzi - potrebbe diventare un modello di gestione per altre situazioni simili. In altre realtà, in Italia, è stato fatto, ad esempio a Napoli". "Noi ci crediamo e ci abbiamo creduto sin dal primo momento. Con l'ex oratorio di San Martino si aggiungerebbe un importante tassello storico-archeologico a una zona già importantissima di Bari vecchia. C'è molta curiosità, molto interesse sul nostro progetto. Dal primo giorno siamo stati accolti e sostenuti dagli abitanti della strada, abbiamo visto la gioia e la meraviglia dei cittadini di Bari vecchia che hanno potuto vedere con i loro occhi un posto di cui magari avevano sentito solo parlare nei racconti dei più anziani. Ed è per questo che, nonostante le difficoltà, teniamo tanto a realizzare questo progetto".

Uno dei rendering del progetto

 
 

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