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Le donne protagoniste della rivoluzione tecnologica nel Sud Italia: presentato a Bari il progetto 'Tech by her'

L’iniziativa, focalizzata sul divario digitale delle donne nel Mezzogiorno, ha prodotto un documentario e una ricerca in collaborazione con l’Università del capoluogo pugliese: i dati analizzati hanno evidenziato un’impennata di corsi di formazione online in piena pandemia

È stata presentata al Foyer del Teatro Petruzzelli di Bari 'Tech by her'. L’iniziativa, sponsorizzata da Huawei e focalizzata sul divario digitale delle donne nel Mezzogiorno, ha prodotto un documentario e una ricerca in collaborazione con l’Università di Bari. Un lavoro in sinergia per analizzare i dati, oggetto di un sondaggio somministrato a 689 donne, che hanno evidenziato un’impennata di corsi di formazione online in piena pandemia. 

Venti aziende pugliesi, su 305 in Italia, hanno ricevuto, nel corso della serata, un riconoscimento per aver ottenuto la certificazione per le Pari Opportunità. Tra le finalità del Sistema di certificazione alle imprese è compreso anche il percorso per  favorire l’adozione di politiche per la parità di genere e per l’empowerment femminile a livello aziendale, in modo da migliorare la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro.

Partendo dall’analisi sul divario di genere nel Mezzogiorno, è stato prodotto un documentario che racconta la rivoluzione tecnologica guidata dalle donne nel Sud del Paese, ma anche le sfide che queste affrontano quotidianamente.

L’evento è stato presentato da Federica Marangio e Antonio Prota con la partecipazione delle donne protagoniste del documentario, Elena Silvana Saponaro, direttrice del sito Unesco di Castel del Monte, Chiara Pertosa, Ceo Sitael, Gruppo Angel, Cristina Angelillo, Ceo Marshmallow Game, Mariarita Costanza, Ceo e co-fondatrice Everywhere Sb e Fabi Saad, fondatrice del progetto Mulheres positivas e tra le 20 donne più influenti del Brasile. Sono intervenuti Eugenio Di Sciascio, vice-sindaco di Bari, Gianluca Puliga della Presidenza del Consiglio dei Ministri dipartimento Pari Opportunità, Anna Maria Moretti, presidente della società nazionale Giseg e internazionale Igm di Medicina di genere, Lella Ruccia, consigliera regionale Pari Opportunità e Annalisa Bellino, dirigente sezione per l’attuazione delle politiche di genere. 

Secondo Eurostat, nel 2021 l’Italia è quintultima in Europa per numero di donne impiegate nell’Ict (16,1%), meglio solo di Polonia (15,5%), Slovacchia (14,9%), Ungheria (14%) e Repubblica Ceca (10%), ma sono comunque basse anche le percentuali dei Paesi europei più virtuosi, cioè Bulgaria (28,2%), Romania (26%) e Malta (25,7%).

"Tra le cause principali del divario - spiega la professoressa Anna Maria Candela, direzione scientifica del progetto insieme con il professore Giuseppe Pirlo - vi è una questione di natura culturale e si rifà a stereotipi radicati nella cultura italiana che, impediscono alle donne di sviluppare pienamente il loro potenziale digitale. Il superamento del divario è solo uno degli aspetti da affrontare per un equilibrio di genere nel mondo del lavoro. L’altro, ugualmente penalizzante, è la leadership, in quanto per cambiare i numeri che oggi vedono 52 donne promosse manager ogni 100 uomini, è imprescindibile agire sul medio e lungo termine, introducendo prassi formali che ingaggino le nuove risorse umane e rendano consapevoli tutti i livelli e le funzioni aziendali circa i benefici di contesti organizzativi eterogenei e orientati all’inclusione di genere". 

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