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"Non siamo delle cavie": in centro la protesta contro l'installazione delle antenne per la rete 5g

Il 25 gennaio prossimo anche nel capoluogo il Comitato No 5g Bari ha organizzato una manifestazione di protesta, nella Giornata di protesta mondiale Stop 5G

Arriva anche a Bari la protesta contro il 5g, la nuova tecnologia mobile di quinta generazione, nata per collegare ad alta velocità oggetti e persone in un'unica rete senza fili. Se il nuovo collegamento a bande di frequenza migliorerà velocità e stabilità dei collegamenti tra dispositivi portatili, c'è chi teme per i rischi connessi all'utilizzo delle antenne.

A Bari è nato perciò il Comitato No 5G Bari, che si è unito al coro di protesta relativo alle pericolose onde elettromagnetiche generate dalle antenne che supporteranno la trasmissione della nuova rete. Per questo il 25 gennaio, nella Giornata di protesta mondiale contro il 5g, il Comitato ha chiamato a raccolta cittadini e amministratori in corso Vittorio Emanuele, nel quartiere Murat, per protestare e richiedere interventi.

I rischi del 5G

Quali sono i rischi legati alla nuova tecnologia? Il Comitato li ha elencati in una serie di punti, fatti stampare in un volantino che sarà distribuito durante la manifestazione in programma dalle 10.30.

Pericoli legati all'installazione di milioni di antenne sulla terra, anche in luoghi sensibili come scuole e ospedali, su lampioni della luce e marciapiedi, oltre a sensori, satelliti e droni nello spazio, utilizzati per irradiare il segnale. "Ci saranno perciò radiazione h24 sul 98% del territorio nazionale - spiegano - con il rischio di aumento fino a 100 bolte - da 6 a 61 volt per mq - della soglia legale dei valori d'irradiazione". Onde millimetriche - a differenze di quelle a radiofrequenza utilizzate finora dal 4g - che potrebbero causa, a loro dire, danni biologici, al dna, neurologici, provocare tumori e problemi metabolici e riproduttivi. Gli effetti si ripercuoterebbero anche sulla flora e sulla fauna: "da un lato l'abbattimento degli alberi che ostacolano le microonde, dall'altro problemi anche su insetti e piante" concludono.

Le richieste

Da qui l'idea di protestare in centro, chiedendo la presenza degli amministratori pugliesi, affinché votino una moratoria che impone lo stop alla rete 5g e attuino il 'principio di preucazione', ovvero i limiti di irradiazione imposti dall'Unione Europea.

Principi di cui si discuterà anche venerdì 21 febbraio a Bitritto, nell'ambito del convegno '5g e radiofrequenze - rischi o opportunità': nella Sala Castello del Comune di Bitritto interverranno Agostino Di Ciaula, presidente del Comitato scientifico Isde - Associazione Medici per l'Ambiente, Tino Ferrulli, presidente del Comitato Pro Ambiente Modugno, e Conny Lattarulo, presidente del Comitato No 5G Bari.
 

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