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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Nuovo protocollo per la gestione dei casi Covid, il coordinamento 'Scuole diffuse' contro la Regione: "Difforme da norme nazionali"

Il comitato che riunisce genitori e insegnanti annuncia di aver inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ai Ministeri di Istruzione e Salute e all'Ufficio scolastico regionale una pec per segnalare "gravi difformità" nelle linee guida regionali "rispetto a previsioni di legge e circolari ministeriali"

"Il protocollo per la gestione dei casi Covid in ambito scolastico della Regione Puglia è difforme rispetto alle previsioni di legge nazionale e alle circolari ministeriali". A sostenerlo è il coordinamento 'La Scuola che vogliamo - Scuole diffuse in Puglia', che in una nota annuncia di aver inviato nelle scorse ore una pec indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Ministeri dell’Istruzione e della Salute, ai Sottosegretari all’Istruzione, alla Presidenza della Regione Puglia, alla direzione USR Puglia, al Direttore d’Area Salute e Benessere Puglia, per segnalare "gravi difformità" individuate.

Il riferimento è al provvedimento diffuso dalla Regione lo scorso 14 gennaio, che fissa le procedure da seguire in caso di casi positivi Covid accertati a scuola. In particolare, uno dei punti contestati riguarda i docenti risultati positivi al Covid: il protocollo ministeriale - evidenzia il coordinamento - farebbe riferimento al "gruppo classe" inteso come costituito dagli studenti, mentre la Regione Puglia includerebbe anche i docenti, provocando quindi - secondo il comitato - uno sfasamento dei criteri che, ad esempio, nella scuola primaria determinano il ricorso alla Dad.

Inoltre "è stata evidenziata - spiega la nota del coordinamento - l'’illegittimità della richiesta, nell’ “allegato B” del documento regionale, di specificare nel dettaglio i “motivi familiari” per eventuali assenze degli studenti da Scuola non riconducibili a motivi di salute poiché tale richiesta contravviene alla Legge sulla Privacy". Ancora, viene contestato il fatto che "si forniscano ai Sindaci dei parametri di valutazione dei rischi epidemiologici solo su base di indice Rt e limite contagi senza far cenno alcuno al numero di ospedalizzazioni in area medica ed intensiva, attribuendo pertanto rilevanza ad elementi che a livello di monitoraggio nazionale, finalizzato alla formazione delle “zone a colori”, non sono attualmente considerati significativi (si veda ad esempio l’indicatore Rt)".

"A tale riguardo - conclude il coordinamento - sottolineiamo che la regione Puglia è a tutt’oggi in fascia bianca e che la percentuale di minori vaccinati risulta fra le più alte d’Europa con una percentuale del 90% nella fascia 12/19 anni e oltre il 30% nella fascia 5/11 anni; alla luce di una tale risposta da parte delle famiglie che hanno riposto fiducia nella campagna vaccinale e nelle istituzioni tutte al fine di poter garantire nei fatti ai propri figli l'esercizio del diritto all'istruzione anche in considerazione della percentuale fra le più alte in Italia di Docenti di ogni ordine di Scuola che hanno ricevuto la dose booster, non comprendiamo perché, dopo due anni, la Scuola in presenza, l’unica istituzione vocata a garantire il diritto all'istruzione per tutti sia ancora oggi in questa regione così osteggiata anche in considerazione del tasso di dispersione scolastica praticamente raddoppiato nell’ultimo anno, dei risultati INVALSI sconfortanti e soprattutto dei sempre più frequenti episodi di grave disagio psichico fra i minori".

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