Arriva l'estate con i turisti ma mancano i medici sulle ambulanze: "Ne servono 200, la Regione corra ai ripari"
La denuncia è dell'intersindacale medici che sottolinea come si sia aperto un tavolo col dipartimento della Salute e con l'assessore Palese: "Servizio determinante per la collettività e salvare vite"
Arriva l’estate e, soprattutto nelle località più ricercate da vacanzieri e viaggiatori, la popolazione della Puglia si moltiplica. E garantire la sicurezza in caso di emergenze e urgenze con medici e infermieri a bordo delle autoambulanze diventa un’impresa. Soprattutto se si considera la carenza cronica degli organici, denunciata anche dalle organizzazioni sindacali. A partire dall’intersindacale Smi, Snami, SiMet, Cgil Fp, Ugs medici, che sottolinea l’importanza dell’apertura in merito di una discussione con la Regione sulla questione e allo stesso tempo snocciola i numeri del 118: su un organico regionale di 535 medici ne sono in servizio solo 325. Ciò non rassicura la rete del servizio ai cittadini, se si considera oltretutto che molti dei medici in dotazione sono impegnati per lo più nelle postazioni.
“Un’assenza che può fare la differenza tra la vita e la morte - spiegano in un documento i rappresentanti del sindacato – per un problema che si acuisce in questo periodo per la approssimarsi dell’estate, con l’arrivo di tanti turisti, e per la presenza di cittadini ucraini in Puglia in ragione della guerra. Riteniamo indispensabile – insiste l’organizzazione - che l’assessorato ci dica quale progetto di 118 persegue. A nostro avviso va assolutamente ripristinato il numero di medici previsti dalla norma istitutiva del servizio 118 e di conseguenza avviata la formazione per i colleghi da inserire in organico. O comunque va ridefinita una puntuale organizzazione rispetto alle esigenze del territorio e previsti gli opportuni investimenti in un settore fondamentale per la salute dei cittadini”.
Di fatto i medici chiedono alla Regione di prendere atto della situazione. Di attrezzarsi per far fronte all’emergenza e non cercare alibi nella questione dell’insufficienza del numero di professionisti in dotazione e da reclutare. “È giusto che i cittadini sappiano che può succedere di chiamare il 118 ed non avere il soccorso di un medico – sottolinea il segretario regionale Francesco Pazienza – e sarebbe più trasparente da parte della Regione prenderne atto, a dispetto della legge di cui si è dotata che prevede invece per il servizio a presenza di un medico a bordo per le emergenze. Il direttore generale dell’Asl di Lecce Rodolfo Rollo il mese scorso è stato colpito da un infarto e se non fosse intervenuta un’ambulanza col medico a bordo probabilmente non ce l’avrebbe fatta. Questo fa comprendere quanto sia importante la presenza di medici competenti a disposizione”. Ma al di là dell’importanza, evidente, del servizio, la realtà si scontra con la carenza cronica di figure professionali, anche tra gli infermieri, in tutte le strutture.
“Oramai – spiega ancora Pazienza – stiamo assistendo allo smantellamento della sanità pubblica. Mancano medici e infermieri ovunque. Le prestazioni sanitarie si fanno per lo più a pagamento, intramoenia, perché se i nostri pazienti devono prenotare visite cardiologiche o Tac, per fare solo degli esempi, le liste di attesa li rimandano di mesi. Ma questo non può essere un valido motivo dietro cui trincerarsi. Abbiamo cercato di far capire al direttore regionale del dipartimento Salute, Vito Montanaro, e all’assessore alla Sanità, Rocco Palese, che vanno rivisti alcuni parametri. I medici del 118 sono i meno pagati e lavorano per lo più con contratti a termine, nella migliore delle ipotesi di sei mesi o un anno. Per questo c’è una sorta di fuga dal servizio, che invece andrebbe incentivato. La soluzione prospettata dalla Regione – spiega ancora Pazienza - di incrementare le ore di straordinario, pagandole ovviamente adeguatamente, non può che solo tamponare un situazione strutturale”.
Il tavolo che si è aperto in questi giorni tra Regione e rappresentanti di categoria potrebbe portare a soluzioni che possano per lo meno alleviare il problema in vista della bella, e allo stesso tempo difficile per le emergenze urgenze, stagione. Per lo stesso motivo l'organizzazione ha chiesto un confronto anche con l'Anci, perché "l’importanza dell’argomento che coinvolge inevitabilmente i sindaci ci spinge a ritenere utile un confronto con voi sul tema".