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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Alloggi popolari, l'allarme del Sunia sulla norma in discussione in Regione: "I canoni degli inquilini su del 200%"

Nella quinta commissione del Consiglio si dibatte sull'emendamento che addebiterebbe l'Imu agli assegnatari delle case popolari e fisserebbe i fitti alle Arca in base all'Isee e non ai redditi

I sindacati degli inquilini si oppongono all’ipotesi del pagamento dell’Imu da parte degli assegnatari degli alloggi popolari. “È una tassa che dovrebbe pagare lo Stato a se stesso in quanto proprietario dell’immobile ma farla pagare agli inquilini è paradossale e ingiusto”. A spiegare l’anomalia che rischia di passare nella Regione Puglia è Angelo Garofoli, segretario del Sunia Bari Bat. In ballo c’è una discussione e un emendamento presentato nella quinta commissione del Consiglio regionale che vorrebbe il pagamento dell’imposta al posto delle Arca ex Iacp e il ricalcolo dei canoni in base all’Isee e non ai redditi delle famiglie.

“Per l’Imu –aggiunge Garofoli - è in corso una discussione sui tavoli nazionali e Federcasa, la federazione delle agenzie delle case di edilizia popolare, ma mentre accade questo in Regione spunta questa norma in discussione oramai da tre sedute. Per questo facciamo appello al presidente Michele Emiliano e all’assessora Maria Grazia Maraschio di vigilare sulla questione e farsi promotori sui tavoli nazionali invece dei diritti degli inquilini. Parliamo di famiglie in difficoltà che se dovessero vedersi arrivare tariffe in base all’Isee invece che in base ai redditi non riuscirebbero a far fronte ai canoni. Eppure l’Arca centrale di Bari, lo scorso febbraio, in piena pandemia, attraverso dati Inps è riuscita a fare il censimento regolare degli oltre 22mila alloggi di pertinenza e dei redditi degli assegnatari. Non si comprende come possa passare una norma simile”.

L’allarme del Sunia e degli altri sindacati si trasforma così in vera e propria denuncia. “Di peggio nelle autogestioni le Arca prevedono che gli assegnatari che sono morosi nel pagamento degli oneri accessori, gli stessi vengono corrisposti dagli inquilini onesti. Alcune Arca scaricano sugli inquilini onesti l’incapacità di gestire e affrontare le morosità condominiali. In questo modo rinunciano al ruolo conferito alla proprietà. L’inserimento delle proposte delle Arca nella riforma a firma della Consigliera Parchitelli appare una vera furbata. La burocrazia e le necessità tecniche del bilancio di Enti non economici prevalgono sul buon senso. Invitiamo la quinta commissione Regionale prima e il Consiglio regionale a non approvare tali modifiche alla norma regionale. Diversamente si avvierà un difficile contenzioso morale con migliaia di famiglie che vedranno un aumento dei canoni anche del 200 per cento, il pagamento del tributo comunale a carico degli assegnatari pur non essendo proprietari e la distruzione delle autogestioni”.

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