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Artisti e operatori ingaggiati attraverso bandi comunali per lavorare gratis. La denuncia della Cgil: "È inaccettabile"

Casi segnalati Trani, Barletta e a Lecce, ma il sindacato monitora la situazione dell'intero territorio regionale. “Per mesi ci è stato raccontato che saremmo cambiati dopo questa pandemia: probabilmente in Puglia ancora non è così"

“Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi ad aprire. È ora che la Regione si confronti su questi temi con i Comuni”. Maria Giaquinto è un’operatrice dello spettacolo. Ed è coordinatrice regionale della Slc Cgil. Si dice pronta assieme al sindacato a monitorare una serie di situazioni definite inaccettabili su tutto il territorio regionale. Perché non avvenga ciò che è stato segnalato su Trani, Barletta e Lecce. Bandi dei Comuni per attività pubbliche di cultura e spettacoli che prevedono la partecipazione gratuita degli artisti. Circostanze che riguarderebbe tutte le province.

“La situazione in cui versano i lavoratori della cultura e dello spettacolo – è scritto in una nota -, da oltre un anno e mezzo senza lavoro, impone una seria riflessione sulle modalità con cui le amministrazioni pubbliche si propongono di intraprendere azioni per promuovere e valorizzare la cultura. Ma dopo i titoli di convegni e dichiarazioni stampa roboanti, scopriamo che in Puglia ci sono amministrazioni comunali in cui si chiede di fare attività culturali senza retribuzione. Gratis”. In cambio ci sarebbero solo servizi e l’utilizzo del palco e del service.

“Eppure – aggiunge Giaquinto – riportano negli stessi bandi che le finalità sono quelle di offrire intrattenimento per attrarre turismo. Trainare l’economia insomma, ma senza riconoscere nulla per chi lavora nel settore. È ingiusto e non è etico reclutare magari giovani senza nessuna paga, diseducativo per le nuove generazioni. Nel decreto sostegni ci sono fondi a favore dei comuni per rilanciare la cultura e lo spettacolo. Speriamo che non siano convogliati per pagare grandi eventi e magari grandi star per poi non far lavorare, se non con paghe misere, persone che di arte vivono, mantengono figli, pagano mutui e affitti”.

Per questo il sindacato chiede al più presto con la Regione un tavolo di confronto. “Il sentore è che molti comuni tendano a disimpegnarsi in questo modo – specifica Giaquinto – e non va bene, per questo siamo qui a denunciare situazioni simili. Non si tratta di attaccare del resto un singolo ente ma affrontare complessivamente la tematica del lavoro della cultura e dello spettacolo, in modo ragionevole e costruttivo, per far sì che i fondi destinati ai comuni per il settore servano davvero a rilanciare il settore. A partire dalla condizione dei lavoratori”.

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