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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Migliaia di euro ricevuti per pazienti deceduti o trasferiti, i medici devono restituire le somme e accusano: "L'errore è della Regione"

L'intersindacale dei medici denuncia una questione definita ciclica, che si ripete a distanza di anni. Il segretario Pazienza: "L'aggiornamento delle liste è compito dell'amministrazione, non possiamo restituirli in un solo colpo"

Centinaia di pazienti presenti nelle liste ma in realtà morti o trasferiti altrove, per i quali la Regione avrebbe continuato a pagare per anni i medici di famiglia. Sono i medici di medicina generale a denunciare la questione emersa dopo un confronto con i vertici della sanità e delle Asl pugliesi. Lo fanno attraverso un documento firmato dall’intersindacale di categoria Smi, Snami, SiM Cgil Fp, Ugs medici su ciò che accade in Puglia.

“Il problema inerente le liste di pazienti deceduti e/o trasferiti che – scrive l’organizzazione - non venendo gestito con perizia, diligenza ed efficienza dalla amministrazione pubblica, si riverbera sui medici di medicina generale i quali subiranno l’ennesimo pregiudizio economico per fatti e colpe imputabili ad altri soggetti. È compito, infatti, delle amministrazioni – aggiungono -, come riportato nell’accordo collettivo nazionale, la tenuta degli elenchi con la puntuale cancellazione di deceduti e trasferiti in ordine anche ad un eventuale danno erariale per la stessa amministrazione regionale che riceve per queste persone dallo Stato una quota annuale. Tale danno economico si ripercuote, puntualmente, sui medici di famiglia ignari e assolutamente non responsabili di inefficienze amministrative”.

I medici si ritroverebbero così a dover restituire migliaia di euro percepiti per diversi anni impropriamente ma senza, sostengono, che ci fosse una loro diretta responsabilità. “È l’amministrazione – spiega il segretario regionale Francesco Pazienza – che ha il compito di aggiornare le liste in base ai dati forniti dall’anagrafe. Non è la prima volta, invece, che ciò non accade. La segnalazione di un paziente trasferito o deceduto all’amministrazione regionale da parte dei medici può creare confusione come accaduto in passato con addirittura scambi di persona. Per questo c’è un accordo nazionale che stabilisce di chi sia il compito, vale a dire dell’amministrazione. Se i medici hanno ricevuto somme impropriamente devono ovviamente restituirle, ma non si può chiedere che lo facciano in un colpo solo. Bisogna trovare una soluzione”.

Per il recupero delle somme le Asl si starebbero già muovendo. In primis quella di Bari. Le parti però ne discuteranno nei prossimi incontri per trovare una soluzione. “Pur riservandoci di rivolgerci alle vie legali per il danno subito – scrive ancora l’organizzazione -, l’intersindacale medici ha il diritto di sapere e conoscere chi è responsabile di tali omissioni previste dalle norme vigenti, anche eventualmente al fine di richiedere la ripetizione delle ingenti somme che verranno sottratte. Ricordando, comunque, che la responsabilità amministrativa ricade sui Direttori Generali delle Asl per omesso controllo. Si chiede, dunque, la convocazione dei Cpa, diffidandovi dal procedere unilateralmente, per evitare prelievi forzosi dagli emolumenti dei medici, con ulteriori danni per i medici di famiglia, ed eventuali ed inevitabili contenziosi”.

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