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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"I fragili sono meno del 30 per cento dei vaccinati, le priorità sono state dirottate altrove": l'accusa dei medici di famiglia

In un documento l'intersindacale che aggrega cinque sigle tra cui Cgil accusa l'organizzazione delle Asl pugliesi e la scarsa dotazione dosi a loro disposizione: "C'è un pressapochismo vergognoso"

“Ci diano finalmente delle informazioni corrette dicendo ai cittadini quali sono i problemi. Ad alcuni medici è stata consegnata una sola siringa, altri hanno fatto file di quasi un’ora per tre sole dosi. Se questa è la categoria prioritaria, quella dei fragili, come mai i prioritari sono il 25/30 per cento rispetto al resto? La campagna vaccinale così diventa un’agonia, i numeri dicono che i vaccini sono smistati altrove, che le priorità sono state individuate altrove”.

Francesco Pazienza, segretario del sindacato Smi e portavoce intersindacale di un’aggregazione di cinque sigle, tra cui Cgil Medici, sulla campagna vaccinale antiCovid lancia l’ennesima accusa nei confronti dell’organizzazione delle Asl pugliesi. Le dosi continuano a essere poche, per lo meno quelle consegnate ai medici di famiglia e destinate ai pazienti più fragili. Lo ricorda l’organizzazione sindacale in un documento che rappresenta una vera e propria denuncia per l'impossibilità di continuare la campagna vaccinale. Documento rivolto ai direttori generali delle singole aziende sanitarie.

“Pur tra mille difficoltà e un vero e proprio ostruzionismo – è scritto -, i medici di famiglia hanno vaccinato oltre 500 mila pazienti, i più impegnativi come è facile comprendere, a cui è stata assicurata, sino ad ora, la vaccinazione da parte del medico di famiglia. La carente distribuzione dei vaccini ai medici di medicina generale ha imposto tempi lunghi nel completare la vaccinazione di queste categorie, individuate come prioritarie, a tal punto da determinare uno stato di conflitto con deterioramento del rapporto di fiducia medico-paziente”.

Non solo. I medici sottolineano come “riteniamo assolutamente vergognoso il pressapochismo sul piano organizzativo. Ancora non ci è dato sapere chi vaccini i caregiver e familiari dei disabili e con quale vaccino. ln più vorremmo ritornare a svolgere i nostri compiti di medici clinici sperando che a nessuno venga in mente di trasformarci in sportelli amministrativi per il rilascio dei green pass”. L’organizzazione ribadisce che la partecipazione alla campagna vaccinale dei medici di famiglia finisce dopo aver completato la copertura entro luglio di ultraottantenni, disabili e fragili a domicilio, definendo “vergognosa” la situazione in cui si trovano, come “capri espiatori”. “Verrebbe voglia – concludono  - di chiedere a tutti i medici di famiglia, in forma di protesta, di astenersi dal recarsi a ritirare l'elemosina delle poche dosi, eventualmente, messe a disposizione e del tutto insufficienti a coprire la richiesta di vaccinazione dei cittadini”.

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