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Giovedì, 25 Aprile 2024
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'Voglio vederti danzare', 350 sedie rovesciate: rivolta di artisti e operatori culturali penalizzati dal Covid

"Vogliamo tornare a muoverci, a lavorare", scrivono gli organizzatori della manifestazione del 30 settembre in piazza Moro a Putignano "rimettiamo la cultura al centro del dibattito"

Piazza Aldo Moro di Putignano con 350 sedie rovesciate diventa teatro per accogliere un’installazione d’arte per l’arte. È il fulcro della manifestazione che andrà in scena il prossimo 30 settembre, organizzata da sette organizzazioni territoriali con un messaggio forte: Voglio vederti danzare. "Vogliamo solo tornare a danzare, a muoverci, a lavorare", scrivono operatori di Clubintown, Copera, Sparks, Farm, Music Platform, Masseria Cultura e RadioJp. L’obiettivo è rimettere la musica e le arti al centro del dibattito, al di là degli steccati e delle divisioni, dopo un anno e mezzo di restrizioni dovute alla pandemia.

“La sedia rovesciata – spiega Nicola Putignano, 23enne operatore di Clubintown – sta a simboleggiare proprio il rifiuto della modalità che costringe il pubblico a star seduto. Una modalità che inibisce la musica e le persone, non rende il rapporto nella performance dal vivo all’artista, di qui il valore della cultura al di là di aprire o meno. L’iniziativa parte come locale tra tutte le realtà attive di Noci e Polignano, ma l’obiettivo è ricongiungersi a una rete regionale e nazionale. Entro due settimane, se nulla è cambiato, saremo Bari e poi in altre città”.  La protesta serve a far comprendere la disperata condizione in cui versano i lavoratori del mondo dello spettacolo, da due anni bloccati in attesa di sviluppi, senza poter programmare e progettare i mesi a venire. Nel solo abitato di Putignano e Noci si calcolano all’incirca 300 persone tra artisti, tecnici e indotto. La manifestazione del 30 settembre vedrà un enorme striscione con la scritta Voglio vederti danzare, campeggiare sulla piazza. Sarà realizzato da un writer locale mentre dalle 15 alle 23, ci saranno i contenuti audiovideo e performance dei componenti di Platform, progetto di streaming online, e dell’artista Vael.

Gli eventi organizzati nel 2020 sono stati il 69 per cento in meno rispetto all’anno precedente. “Una differenza – spiegano gli organizzatori - che significa disoccupazione, precarietà, incertezza e paura per il futuro. Secondo Siae l’Italia è la sesta nazione al mondo in termini di fatturato legato al settore degli eventi culturali. Un dato non propriamente esaltante, soprattutto se si considera lo stato del dibattito politico, fermo su posizioni ormai anacronistiche, che non tengono conto di vaccini e green pass. Allarmante anche il dato occupazionale. Secondo IlSole24Ore il 51 per cento degli addetti al settore ha deciso negli ultimi due anni di abbandonare la propria professione per andare avanti”.  “Siamo persone, per lo più giovani – sottolinea Putignano – che hanno deciso di rimanere qui per fare questi mestieri ma che rischiano di dover abbandonare definitivamente questa strada”.

(foto archivio Forlitoday: una protesta di esercenti)

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