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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sciopero dei medici di base, l'1 e 2 marzo a rischio 300 ambulatori in Puglia: "Sommersi dalla burocrazia"

A proclamare la mobilitazione sono le sigle sindacali Smi e Simet, con manifestazione davanti al ministero della Sanità. A rischio il servizio nei prossimi 5 anni con la carenza di mille figure. Abbaticchio: "Non viene riconosciuto l'indennizzo per le famiglie di chi di noi è morto per Covid"

I primi due giorni di marzo i medici di medicina generale del sindacato Smi e Simet scioperano. Aderiranno quelli di famiglia, del 118 e delle guardie mediche. Saranno all’incirca 300 in Puglia, almeno una quarantina a Bari e provincia. Le motivazioni riguardano ciò che è accaduto nei due anni di pandemia Covid e il diniego del voto del Senato per il riconoscimento di un’indennità alle famiglie dei 400 medici morti per Covid indennità.

Ma la contestazione riguarda anche “la nostra dignità professionale e personale: perché siamo stanchi di essere denigrati sui media ed etichettati come disertori e fannulloni”, sottolineano in un documento i medici. Reclamano diritti da lavoratori, con riposi che durante questi due anni di crisi sanitaria sarebbero svaniti. Riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, più tempo per sé e per i pazienti, perché gravati da patiche burocratiche che tolgono tempo a compiti clinici diagnostici e di prevenzione per quelli amministrativi di base, per supplire alla carenza di altre figure professionali delle Asl, sottraendo tempo da dedicare ai pazienti con fragilità croniche. E ancora denunciano la carenza di personale medico, che nei prossimi cinque anni potrà diventare drammatica, per garantire assistenza primaria, continuità assistenziale, medicina dei servizi, del 118, medicina penitenziaria, della dirigenza medica ospedaliera e di personale infermieristico e amministrativo di studio.

Nella sola Puglia a causa dei prossimi pensionamenti e dell’imbuto creatosi nelle Università per colpa anche del numero chiuso nel prossimo quinquennio ci sarà bisogno di almeno un migliaio di nuovi medici. In alcuni Comuni del foggiano già mancano, come nel resto d’Italia dove si calcola all’incirca 3 milioni di persone senza copertura della medicina convenzionata. “Il passaggio successivo che ha irritato gli animi – spiega Ludovico Abbaticchio, medico e segretario nazionale Smi – è stata la prebenda del governo, con i 38 mila euro dati alle famiglie per i medici deceduti. D’altro canto il sindacato Fmmg ha siglato ultimamente un accordo capestro per la categoria, con nessuna miglioria per la qualità professionale, senza alcun compenso in più, nonostante abbiamo stipendi bloccai da 15 anni e non si capisce col Pnrr cosa accadrà”.

 Oltre ai circa 300 studi medici che potranno rimanere chiusi nel giorno di sciopero, con la garanzia di assistenza per i casi gravi e per la continuità assistenziale dei malati cronici o terminali, ci sarà una delegazione di una quarantina di medici in partenza dalla Puglia per Rom (circa 15 da Bari e provincia) per manifestare durante la giornata del 2 marzo sotto la sede del ministero della Sanità. Durante la manifestazione sarà dedicato un minuto di silenzio pe ricordare i colleghi morti a causa del Covid.

“Denunciamo anche il fatto - spiega ancora Abbaticchio - che non esiste una programmazione sull’integrazione tra il servizio ospedaliero e territoriale e tra la funzione degli enti locali e delle  Asl. Nelle cosiddette case della salute andranno meno medici di quelli previsti, perché molti saranno ormai in pensione. Quelli che ci saranno dovranno dare ulteriore disponibilità di orario per coprire i servizi in queste nuove strutture a fronte di nessun riconoscimento economico e riducendo la qualità dell’assistenza. Non è prevista la medicina scolastica, quella dedicata al malato povero o al cronico, che ha bisogno assistenza domiciliare sia sociale che sanitario specialistica, manca una progettualità. Il servizio pubblico è a forte rischio”. Per questi stessi motivi i sindacati pronti alla mobilitazione si rivolgono ai pazienti con il messaggio “Sciopero anche per te”. Allo stesso tempo Abbaticchio si rivolge al presidente nazionale dell’Ordine dei medici, il barese Filippo Anelli, e al direttore Asl di Bari.

“Invitiamo il presidente dell’Ordine ad assumere una posizione al di sopra delle parti a tutela del medico che sciopera e che non sciopera, altrimenti si dimostra di parte, quando invita a non mobilitarsi per la questione Covid, quando da marzo sarà invece possibile farlo. E al direttore Asl Sanguedolce – conclude Abbaticchio - chiediamo di garantire al massimo il diritto allo sciopero e non porre problemi di carattere burocratico che possano ostacolarlo”.

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