Puglia terzultima per l'utilizzo del 'tempo pieno' a scuola: servizio mensa garantito a pochi alunni
L'analisi di 'Save The Children': solo 1.675 classi su 8.963 possono garantire gli spazi ed i servizi pasto necessari per l'incremento delle ore fra i banchi degli istituti primari regionali
Solo il 18,7% delle classi, nelle scuole primarie, pugliesi applicano il tempo pieno. È questo il dato che emerge dal report di Save The Children 'Alla ricerca del tempo perduto' che analizza le disuguaglianze nell'offerta di tempi e spazi educativi negli istituti italiani. La Puglia si posiziona negli ultimi posti della classifica, fanno peggio soltanto Sicilia (11,5%) e Molise (7,5%).
Il tempo pieno scolastico, determinato su 40 ore settimanali, secondo l'approfondimento Save The Children, è un elemento cruciale per "aumentare significativamente i livelli di apprendimento di tutti gli alunni, anche quelli che provengono da famiglie più economicamente e socialmente svantaggiate, riducendo in modo drastico la dispersione scolastica esplicita e implicita"
La situazione pugliese presenta un conto ampiamente deficitario: in tutta la regione, solo 1.675 classi, su 8.963, hanno attivato il tempo pieno. Il nodo fondamentale, per estendere le '40 ore' settimanali a tutti gli alunni, risiede nell'istituzione dei relativi servizi mensa, ritenuti necessari anche da 'Save The Children' per "garantire un pasto gratuito ed equilibrato al giorno per i bambini e le bambine della scuola primaria".
L'associazione internazionale calcola anche quante risorse sarebbero necessarie per programmare, in maniera organica, il tempo pieno nelle scuole pugliesi: l'assunzione di 3.644 nuovi docenti costerebbe 116.608.000 euro, mentre l'inserimento di 553 collaboratori scolastici comporterebbe una spesa di 13.266.144 di euro. Cifre decisamente da capogiro per le Istituzioni.
"Tali costi non tengono conto delle spese aggiuntive necessarie a riorganizzare o aumentare gli spazi nelle scuole - precisa 'Save The Children' per accogliere alunni per tutto il giorno, iniziando ovviamente dalle aree adibite a mensa. A tal proposito, risorse importanti sono state destinate dal Pnrr per il miglioramento delle infrastrutture scolastiche, in particolare per estendere il servizio mensa, per la formazione del personale docente e per il contrasto della dispersione scolastica".