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Voglia di spaccare tutto? Nel Barese la prima 'rage room' del Sud Italia: "Mezz'ora di distruzione liberatoria"

L'idea di due under 30, che a Santeramo hanno aperto la 'Rage Cage', importando un modello di successo negli Usa. L'ideatore: "Le persone sono soddisfatte. E' qualcosa che in ufficio o a casa non potrebbero fare"

Essere lasciati da soli in una stanza piena di oggetti, con a disposizione martelli, bastoni e compagnia bella per farli a pezzi. E spazzare così via anche stress, cattivi pensieri e rabbia. Un sogno che anche le persone apparentemente più miti hanno accarezzato almeno una volta nella vita e che nella provincia di Bari da pochi mesi è diventato realtà. Parliamo di ‘Rage Cage’, la prima rage room (stanza della rabbia) del sud Italia, aperta a Santeramo da agosto da due under 30 del posto.

Come nasce l’idea

A raccontare come nasce l’idea di una rage room nel Barese, è il principale fautore dell’attività, Giuseppe, 26enne di Santeramo. “Ne avevo sentito parlare, visto che in America è un fenomeno molto diffuso, e avevo pensato potesse essere un’idea imprenditoriale innovativa. All’inizio però avevo accantonato l’idea”. Questo fino a maggio, quando Giusppe - che nella vita fa tutt’altro: il docente di scuola superiore – coinvolge l’amico Sergio per trasformare Rage Cage da parola in realtà.

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“L’abbiamo realizzata totalmente da soli – prosegue – con un investimento iniziale di 5mila euro. La stanza vera e propria è ampia 22 metri quadri, ma la struttura comprende anche un locale attiguo dove controlliamo le registrazioni delle partite e naturalmente un bagno per i clienti”. Un progetto che prende vita in un mese e che ha visto un successo esponenziale, complice anche l’effetto curiosità: nell’ultimo mese circa 120 persone hanno voluto provare la rage room.

Come funziona

Il funzionamento è semplice. L’utente viene vestito con tuta, caschi e occhiali protettivi ed entra nella stanza, dove trova una serie di oggetti (bicchieri, piatti, sedie, pensili, ma anche arredi più grandi come stampanti e lavatrici) da distruggere con alcuni strumenti messi a disposizione dagli organizzatori, che vanno dal piede di porco alle mazze e ai martelli. Se si preferisce usare le mani nude e scagliare gli oggetti contro il muro, c’è anche un bersaglio dipinto a cui mirare.

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Tre i pacchetti a disposizione dei clienti, che influenzano anche il tempo a disposizione per liberare la propria rabbia (dai 10 ai 30 minuti) e il numero di oggetti disponibili: basic, stressed e killer. E sembra esserci una predilezione per quest’ultima: “Nel 90% dei casi – conferma Giuseppe – si sceglie il pacchetto completo. Quando chiediamo il perché, ci rispondono che, siccome si sono organizzati, vogliono vivere l’esperienza appieno”. Già perché quella di Santeramo è al momento l’unica rage room del Sud Italia  e bisogna viaggiare parecchio per trovarne un’altra. “Ecco perché in molti vengono da fuori della Puglia, vista anche la nostra ottima posizione, al centro tra le varie province pugliesi e quella materana. Il costo? Anche questo dipende dal pacchetto, ma si va dagli 11 euro a persona per il basic ai 25 per il killer, dove a disposizione ci sono 35 oggetti generici, due oggetti di medie dimensioni (vasi, sedie, pensili) e due oggetti di grandi dimensioni.

Il futuro

Al momento Giuseppe e Sergio non pensano troppo al futuro, godendosi il successo della loro creatura relativamente giovane, che come si può immaginare, catalizza l’attenzione soprattutto nel week-end. “Da noi arriva la studentessa 18enne, così come il 40enne impiegato o professionista, spesso in gruppo con colleghi o amici. Abbiamo ospitato persino una squadra di rugby. Tutti hanno qualcosa da scaricare e questo è un ottimo modo” ricorda Giuseppe. Mezz’ora per rilasciare la propria rabbia interna e mostrare i propri istinti primordiale e alla fine cosa dice chi l’ha provata? “Si sentono tutti soddisfatti e confermano che funziona come antistress. Chi ci sceglie lo fa per soddisfare un desiderio che a casa o in ufficio non potrebbe realizzare”.

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Se però si chiede ai due ragazzi come evolverà la Rage Room, un’idea ce l’hanno: “Se continuerà ad avere questo consenso, contiamo di allargarci – concludono – magari realizzando altre stanze della rabbia contigue a questa o magari una esterna, con uno scenario urbano underground”. Un metodo perfetto per sfogarsi anche nel periodo estivo.

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