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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Smog nelle città pugliesi, Bari è seconda nella regione per il report Legambiente: "Valori molto più bassi rispetto al Nord"

E' quanto emerge dal rapporto di Legambiente denominato 'Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi', redatto e pubblicato nell'ambito della Clean Cities Campaign: maglia nera in Puglia per Andria

La città di Bari è al secondo posto tra i capoluoghi di provincia pugliesi con un tasso più alto di smog, seppur con valori, rispetto al Nord Italia, decisamente meno gravi: è quanto emerge dal rapporto di Legambiente denominato 'Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi', redatto e pubblicato nell'ambito della Clean Cities Campaign. I livelli di inquinamento atmosferico in molte città, secondo l'associazione, "sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030". Il report ha messo in evidenza i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). 

Se a livello nazionale le città risultate peggiori sono Torino, Milano, Asti, Modena e Padova, in Puglia la situazione vede i valori dei principali inquinanti nettamente più bassi. Ciò nonostante, spiega Legambiente, c'è da lavorare soprattutto per quanto riguarda il Pm10. I parametri consentiti dalla legge, infatti,  chiariscono che sono consentiti solo 35 giorni all’anno di sforamento della media giornaliera di emissione di 50 μg/mc e, secondo parametro, una media annuale di 40 μg/mc. Il capoluogo pugliese peggiore è Andria con 47 giorni di sforamento del limite consentito dalla legge. Sul dato annuale, però, Andria resta nei limiti con un’emissione di 34 μg/mc. Ad ogni modo, secondo i dati analizzati da Legambiente, sarebbe necessaria una riduzione del 41% di produzione di PM10.

Discorso analogo, per Andria, per quanto riguarda il PM2.5, con una con una produzione media annuale di 16 μg/mc, il peggior dato delle province pugliesi, comunque al di sotto del limite normativo indicato di 25 μg/mc. Per il biossido d'azoto la città della Bat ha il  peggior dato della Puglia insieme a Bari con 22 μg/mc. A Bari, invece, i valori di PM10 sono di 23 μg/mc, quelli di PM2.5 sono di 13 , mentre quelli di NO2 sono di 22 μg/mc. Rispettivamente, secondo le indicazioni normative la riduzione delle concentrazioni di inquinanti necessarie per ritornare ai valori al limite dovrebbero essere del 15% per il PM10, del 23% per il PM2.5 e del 10% per l’NO2.

"L'inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche sanitario e di salute pubblica di grande importanza. - ha affermato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l'Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a un quinto di quelli rilevati in tutto il continente. La Direttiva europea sulla qualità dell'aria, recentemente proposta, rappresenta solo il primo step di una sfida importante. Le nuove AQGs (Air Quality Guidelines) impongono un notevole adeguamento rispetto ai valori guida OMS e introducono nuove metriche, come il dimezzamento dei valori di legge attuali. Tutte le città pugliesi sono chiamate a dare il proprio contributo, in tutela della salute dei loro cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall'industria all'agricoltura. Nelle città è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, pedonalizzazioni e zone 30, uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, ecc. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso” conclude Ronzulli. 

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