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In Puglia quasi il 56% degli studenti in classe ma "mancano azioni di prevenzione": "I team di operatori sanitari? Previsti dalla Regione, mai attivati"

I dati sulla frequenza in un sondaggio lanciato dall'Associazione nazionale presidi-Puglia, che evidenzia l'assenza di "azioni attive" e la mancata attuazione, da parte della Regione, di alcune misure deliberate nei mesi scorsi, come l'istituzione dei team di operatori scolastici sanitari

Gli studenti pugliesi 'divisi' quasi a metà tra ritorno in presenza e lezioni a distanza, con percentuali di qualche punto sbilanciate verso la frequenza in classe. E' quanto emerge da un sondaggio lanciato in questi giorni dalla sezione regionale dell'Associazione nazionale presidi. Il monitoraggio, che ha riguardato 124 istituti pugliesi, riporta i dati rilevati mercoledì 7 aprile, giorno della riapertura delle scuole.

Sulla base dei dati forniti dagli istituti che hanno partecipato al sondaggio, il 55,6% ha frequentato in presenza le lezioni scolastiche. Si tratta di istituti del primo ciclo che contano complessivamente 90mila alunni. Nello specifico, è tornato in classe il 55,1% degli iscritti alla scuola dell'infanzia, il 63,7% degli studenti della scuola primaria e il 31,2% della prima media.

Il dato - commenta Roberto Romito, presidente regionale Anp Puglia - "riflette plasticamente l’indecidibilità della questione (frequentare o non frequentare?), conseguente per lo più alla maggiore o minore percezione del rischio di contagio da parte delle singole famiglie e ad altre considerazioni contingenti relative alla conduzione della vita familiare".

"Con la scelta fatta dal Presidente Emiliano di riproporre nuovamente la scuola “a richiesta” - prosegue Romito - una misura attiva di governo, ossia quella di “aprire” le scuole almeno per i ragazzi e i bambini in più tenera età su tutto il territorio nazionale, viene trasformata qui in Puglia  nel suo contrario, ossia in una scelta di “non governo” del rischio pandemico, che affida la speranza di diminuire il contagio ad un comportamento auspicabilmente prudenziale da parte dei singoli cittadini ma, comunque, alla loro discrezione, intervenendo a gamba tesa su una materia - la regolazione della frequenza scolastica - che non è di competenza regionale. Mentre invece mancano azioni attive di prevenzione dirette alle scuole, per esempio sul piano sanitario, queste si di competenza esclusiva della Regione".

"Crediamo sia il caso di rinnovare la nostra richiesta da tempo avanzata - sottolinea Romito - ossia quella di azioni “attive” a sostegno delle scuole tese a salvaguardare almeno la fruizione piena del servizio scolastico in questo ultimo scorcio prima della fine delle lezioni. Si era giustamente parlato, fin dall’estate scorsa, di screening periodici (tamponi rapidi o altro) da effettuare sistematicamente sugli alunni e sul personale, per tenere sotto controllo l’andamento del contagio nelle scuole: ma nulla è stato fatto in questa direzione, a nostro avviso strategica. Così come non si vedono ancora i team di operatori scolastici sanitari (i TOSS), la cui istituzione era stata deliberata dalla giunta regionale sin dallo scorso gennaio ma che ancora non si sono visti nelle scuole, alle quali avrebbero dovuto, invece, conferire un reale supporto con competenze sanitarie sul campo". "Ma - conclude Romito - dobbiamo osservare con rammarico che tutto ciò è rimasto solo a livello di annuncio, mentre la regione rinuncia a governare per l’ennesima volta e si affida alla buona stella e al “fai da te”".

(foto archivio)
 

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