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Sessanta anni fa la storica rivolta degli edili a Bari: "Conquistarono diritti, cambiarono la città"

Un convegno, organizzato nella 'Cittadella della Cultura', ha ricordato i fatti che sconvolsero il capoluogo pugliese nell'agosto del 1962: durante lo sciopero degli operai, si registrarono centinaia di feriti e arresti

Tre giorni di sciopero con manifestazioni che causarono anche incidenti con centinaia di feriti ed arresti. Fu questo il quadro della dura protesta scatenata a Bari, il 23 agosto del 1962, dagli operai edili. L'aspro scontro con gli imprenditori del settore è stato ricordato ieri nel capoluogo pugliese con un convegno organizzato nella Cittadella della Cultura, l'ex Archivio di Stato.

Durante l'evento sono state illustrate le ragioni che portarono gli operai alla severa presa di posizione nei confronti della loro condizione lavorativa: la repentina industrializzazione iniziata nel 1958 stava trasformando radicalmente le città che subirono un processo di espansione dovuto alla migrazione dalle campagne alle fabbriche. Gli operai erano impegnati in turni di lavoro massacranti che non avevano però un adeguato corrispettivo economico, condizione questa che generava malessere nella classe operaia, sfruttata e senza diritti. Mancava la sicurezza nei cantieri tanto da produrre un morto al giorno e proprio mentre Bari era impegnata a rinascere espandendosi dal punto di vista urbanistico, con la costruzione di nuovi quartieri, peggioravano invece le condizioni di lavoro e di vita degli operai che cominciarono a trasferirsi nelle periferie perché il centro cittadino era riservato all'élite.

La contestazione per il mancato aumento salariale e per le norme contrattuali firmate ma ignorate, sfociò nella grande protesta sotto la sede degli industriali, in Corso Vittorio Emanuele. La ferma opposizione degli operai, convinse i titolari delle attività edili a scendere a compromessi: furono aperti tavoli di trattativa con i sindacati e nel 1963 fu firmato il contratto integrativo territoriale, con il doppio livello di contrattazione nazionale e territoriale provinciale, oltre all'istituzione della Cassa Edile di Bari. Ci furono dei miglioramenti delle condizioni degli operai e finalmente il riconoscimento, da parte dei costruttori, delle organizzazioni sindacali come rappresentanti dei lavoratori.

Durante il convegno è stata proposta anche la visione del documentario Rai Puglia dal titolo 'Bari 1962, la rivolta degli edili', a cura del giornalista Costantino Foschini. "Oggi rischiamo la perdita delle conquiste di quegli anni, tutti elementi di attualità come salario, sicurezza, orari di lavoro, contratti - ha dichiarato la segretaria generale Cgil Bari, Gigia Bucci - Il sindacato deve tracciare la lotta. In quelle lotte però non c’era solo rivendicazione dei diritti del lavoro ma anche sociali e di cittadinanza per chi le aveva intraprese, migliorandone la qualità della vita e la qualità delle città".

"I protagonisti di quelle lotte hanno trovato una classe intellettuale e pezzi di società che ha saputo legarsi alle loro lotte - ha sottolineato il segretario generale Cgil Puglia, Pino Gesmundo - creando un sistema sociale con la forza di combattere e vincere un confronto anche duro nel Paese, mentre oggi registriamo spesso marginalità e isolamento su questi temi di cui si parla in giro troppo poco. dobbiamo ricostruire questo sistema per dare la possibilità anche ai ragazzi di oggi di emanciparsi e costruire una propria soggettività sociale in modo dargli voce nei processi di costruzione dei prodotti, dei servizi e dei modelli sociali che vogliamo realizzare. Il rischio, altrimenti, è l'isolamento di tutti che fa vincere il più forte".

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