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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Fattori di rischio per l'insorgere della schizofrenia: anche scienziati dell'Università di Bari nello studio pubblicato su Nature

L’ articolo contiene il lavoro del Gruppo di Neuroscienze Psichiatriche dell’Università composto dai professori Alessandro Bertolino, Giuseppe Blasi, Antonio Rampino e dalla dottoressa Silvia Torretta

Una possibile svolta nell'identificazione dei fattori di rischio genetici della schizofrenia: è quanto inserito in uno studio pubblicato da Nature e svolto da alcuni ricercatori dell'Università di Bari e altri colleghi internazionali

L’ articolo contiene il lavoro del Gruppo di Neuroscienze Psichiatriche dell’Università composto dai professori Alessandro Bertolino, Giuseppe Blasi, Antonio Rampino e dalla dottoressa Silvia Torretta. Fino a non molti anni fa venivano invocate le più disparate e, talvolta, astruse, teorie circa le cause della schizofrenia e dei disturbi psichiatrici maggiori. Oggi sappiamo che il rischio di ammalarsi di schizofrenia è spiegato per circa l’80% da variazioni genetiche. Fino ad ora, però, solo una piccola proporzione di queste variazioni genetiche era conosciuta. Grazie allo sforzo collettivo dei diversi gruppi di ricerca, è stato raccolto il DNA di circa trecentomila persone, di cui circa settantacinquemila pazienti. I risultati dello studio dimostrano la presenza di almeno 287 regioni del DNA che sono associate ad un incremento del rischio di schizofrenia, tra le quali almeno 120 geni inequivocabilmente identificati.

Questi geni sono coinvolti in processi fisiologici importanti quali il funzionamento delle cellule nervose, nonché la riorganizzazione della loro comunicazione, sia in termini strutturali che funzionali. Ulteriori analisi dettagliate hanno anche rivelato che molti di questi geni sono coinvolti nello sviluppo del cervello, un processo fisiologico fondamentale per la schizofrenia e altri disturbi psichiatrici. Lo studio, spiega Uniba, "avanza in maniera fondamentale la nostra comprensione dei fattori di rischio e della patofisiologia di questo serio disturbo psichiatrico, oltre a fornire una risorsa incredibile per produrre ulteriori studi meccanicistici che possano aiutarci a comprendere come meglio trattare farmacologicamente le persone che ne soffrono".

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