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Treni ad alta velocità in Puglia, rischio chiusura per le officine Fs di Bari. Cgil: "Le manutenzioni altrove"

I sindacati hanno indetto uno sciopero di 24 ore dalla sera di mercoledì 15 dicembre: "Sono stati sostituiti i Freccia bianca con rossa e argento ma del servizio è cambiato solo il costo del biglietto"

Uno sciopero unitario che si sovrappone con quello generale indetto da Cgil e Uil. Tecnici e operai delle officine di Bari e Surbo delle Ferrovie dello Stato si mobilitano contro il rischio di chiusura dei loro impianti. Lo faranno incrociando le braccia a difesa di oltre un centinaio di posti di lavoro, tra impiegati diretti e dell’indotto. Le officine sono impegnate nelle manutenzioni ordinarie dei treni. Hanno competenze per i tradizionali intercity e i Freccia Bianca, non per i Freccia Rossa e Argento. E qui il punto. Col nuovo programma Trenitalia ha sostituito cinque treni con quelli ad alta velocità. Questo, senza un adeguamento delle competenze e un aumento del personale delle officine, porterà a un ridimensionamento se non alle dismissioni dei siti pugliesi, che per i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Trasporti e Fast, risultano in realtà strategiche.

“Lo spostamento di attività – spiega Gennari Fiorentino, segretario regionale alla mobilità a terra per la Filt Cgil -  è legato a un’offerta di Trenitalia debole per il territorio, arrivano treni classificati ad Alta velocità su linea tradizionale quindi a medesima velocità di percorrenza ma con costi maggiori per l’utenza, ha già comportato di fatto lo svuotamento dell’impianto manutenzione corrente di Bari con pesanti ricadute sull’indotto ferroviario e incertezza sulle attività dello scalo di Surbo notevolmente ridotte. Gli utenti pagano biglietti più costosi per un servizio, quello dell’alta velocità, che non c’è, in attesa che siano investiti i fondi del Pnrr per l’adeguamento della linea adriatica. La speranza è che nel piano industriale di Fs dia di nuovo centralità agli impianti della Puglia, perché è giusto valorizzarli, con formazione, nuove assunzioni, ferme da anni, e il rientro di lavorazioni esternalizzate”.

La Puglia, a parere dei sindacati che sciopereranno per 24 ore dalle 21 di mercoledì 15 dicembre alle 20.59 di giovedì 16. È strategica per il traffico passeggeri dovuto ai flussi turistici oramai lungo tutto l’arco dell’anno, oltre che da arrivi e ripartenze di pugliesi che vivono fuorisede. Per questo, oltre a scioperare, chiedono un intervento della politica. “Facciamo un appello accorato all’amministratore delegato e ai parlamentari pugliesi – si legge nella loro nota - perché nel nuovo Piano Industriale ci sia una inversione di rotta rispetto alle esternalizzazioni di attività core, al mancato turn over e perdita di occupati all’interno dei siti, alla valorizzazione degli asset strategici del territorio a forte vocazione turistica”. 

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