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Seguono alunni disabili a scuola in presenza ma sono esclusi dalle vaccinazioni. Corsisti del Tfa: "È un'ingiustizia"

Sono circa 150 gli iscritti all'Università di Bari che per 150 ore sono a contatto con bambini e ragazzi che necessitano del sostegno ma non hanno diritto a essere inseriti nelle liste per il farmaco AstraZeneca

I tirocinanti corsiti del Tfa di sostegno dell’Università di Bari chiedono di essere inseriti negli elenchi delle scuole per le vaccinazioni antiCovid del personale. Un’opzione a loro non concessa dalle normative attuali nonostante svolgano in presenza a scuola 150 ore a contatto con gli alunni seguiti secondo il programma messo a punto per il loro percorso di abilitazione, Non sono assunti né dalle scuole e né dal ministero dell’Istruzione, ma sono iscritti all’Università. E anche se impegnati a stretto contatto con gli alunni in aula sono stati esclusi dalle liste fornite alle Asl per la vaccinazione, partita in questa settimana, col farmaco AstraZenecea.

“Ci siamo rivolti sia all’Università - spiega Virginia Pansini, portavoce di un gruppo di una trentina di corsisti del Tfa di sostegno della scuola secondaria di secondo grado – ma dalla coordinatrice del corso di laurea ci è stato detto che l’ateneo non può far nulla in assenza di normative specifiche. Tanto meno possono i dirigenti scolastici. Eppure noi siamo persone a rischio perché dobbiamo svolgere queste 150 ore in presenza fino a giugno. Aggiungo che paradossalmente, a seguito delle disposizioni dell'Ordinanza della Regione Puglia, ora sospesa, a scuola nella Regione, rimanevano quasi esclusivamente gli alunni con disabilità, personale Ata, Docente di sostegno e tirocinanti”.

Su Bari dovrebbero essere 150 i tirocinanti esclusi dalla campagna vaccinale. Per la scuola secondaria di primo e secondo grado seconda edizione 55 persone. Nove della prima edizione. Numeri non esorbitanti. Motivo per cui in gruppo chiedono all’Università, alla Regione o all’Asl di provvedere con urgenza al riconoscimento di aventi diritto alla campagna vaccinale. “Del resto – aggiunge Pansini – è ciò che è stato riconosciuto agli studenti di medicina e infermieristica. Se c’è un’assenza di direttive l’Università e la Regione dovrebbero farsi portavoce con il ministero della Salute o dell'Istruzione per permettere il nostro inserimento nelle liste”.

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