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Sabato, 20 Aprile 2024
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Petruzzelli, annullato l'incontro tra Comune ed eredi. Decaro: "No a provocazioni e pretese, venute meno condizioni del confronto"

Lettera ai Messeni Nemagna del sindaco che stigmatizza "l'inopportuno stillicidio di dichiarazioni" e "prove muscolari". Il primo cittadino: "Rammaricato, avevo creduto vivamente in una nuova prospettiva"

"Con rammarico, credetemi, devo constatare che sono venute meno le condizioni che mi avevano spinto a chiedervi un incontro. Mi spiace molto perché avevo creduto vivamente in una nuova prospettiva". Termina così la lettera che il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha inviato alla famiglia Messeni Nemagna, proprietaria del teatro Petruzzelli e ai suoi legali, annullando l'incontro fissato per il prossimo 9 dicembre, nel corso del quale si sarebbe dovuto discutere del futuro del teatro Petruzzelli, alla luce delle due recenti sentenze della Corte di Cassazione.

Nella lettera il sindaco stigmatizza quello che definisce un "inopportuno stillicidio di dichiarazioni, con continue pretese al rialzo", rilasciate sulla stampa dai legali della famiglia. Decaro, ricordando di aver scelto "la linea del riserbo", sottolinea invece di aver registrato,  "dall'altra parte, con ritmo crescente", "iniziative, dichiarazioni, richieste e valutazioni, tutte rigorosamente a mezzo stampa, che puntando addirittura a cancellare del tutto ciò che dicono le sentenze - rappresentano delle vere e proprie provocazioni". Un comportamento che il sindaco definisce "paradossale", rispetto alla decisione della famiglia, comunicata nei giorni scorsi, di percorrere la strada della mediazione.

Il sindaco ribadisce ancora di aver auspicato "un confronto sereno e costruttivo tra le parti", "abbandonando la via del conflitto per perseguire quella virtuosa della composizione degli interessi in campo". "Nessun amministratore pubblico che abbia a cuore l'interesse della propria comunità - scrive tuttavia Decaro - può permettere che vengano unilateralmente poste delle condizioni per avviare un confronto, specie se le condizioni sono la cancellazione di ciò che è stato stabilito dai giudici, piaccia o non piaccia".

Le due sentenze della Corte di Appello di Bari hanno stabilito non solo che il teatro è di proprietà degli eredi e non del Comune e che la famiglia dovrà restituire allo Stato oltre 43 milioni dei costi di ristrutturazione ma anche che il protocollo d'intesa sottoscritto nel 2002 che regolamentava i rapporti tra proprietari ed Enti locali non ha validità.

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