In Arizona il prototipo del telescopio del futuro: nel progetto anche l'Università di Bari
L'inaugurazione nel'osservatorio di Amado. Lo strumento è il risultato che vede una collaborazione stretta tra Italia e Usa: in campo numerosi atenei americani, italiani e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
L'Università di Bari è 'rappresentata' nel grande progetto di un innovativo prototipo di telescopio per l'astrofisica a raggi gamma che sarà inaugurato in Arizona (Stati Uniti) nel centro Harvard & Smithsonian, Fred Lawrence Whipple Observatory di Amado. Lo strumento è il risultato che vede una collaborazione stretta tra Italia e Usa: in campo numerose università americane, italiane e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. A coordinare a livello italiano le operazioni dell'iniziativa del telescopio pSCT, c'è il professor Francesco Giordano del Dipartimento Interateneo di Fisica 'M.Merlin' dell'Università di Bari.
Come sarà il nuovo telescopio
Il nuovo telescopio per luce Cherenkov, basato sulla tecnologia Schwarzchild-Couder sfrutta un nuovo design ottico ed è dotato di uno specchio dal diametro di 9,7 metri di apertura consentendo l'esplorazione dell'universo nello spettro elettromagnetico di altissima energia. Il pSCT sarà impegato per la realizzazione dell’osservatorio di prossima generazione Cherenkov Telescope Array (CTA), già inziata nell’Ottobre del 2018 con l’inaugurazione del Grande telescopio nell’isola di Lapalma. “Il primo del suo genere nella storia dei telescopi a raggi gamma, il design SCT dovrebbe migliorare le prestazioni di CTA verso il limite teorico della tecnologia adoperata, grazie anche all’impiego di fotosensori innovativi made in italy” spiega il professor Giordano annunciando che "ai primi di ottobre ci sarà anche un workshop dedicato ai recenti sviluppi di tali tecnologie che si svolgerà presso la nostra Università”.
L’osservatorio CTA consisterà, spiega Uniba in una nota, "in più di 100 telescopi di tre diverse dimensioni e studierà sorgenti di raggi gamma astrofisiche nell'intervallo di energia da 20 Giga-elettronVolt a 300 Tera-elettronVolt, con una sensibilità circa dieci volte maggiore rispetto a qualsiasi osservatorio mai costruito prima. Il risultato della costruzione del pSCT è solo l’ultimo in ordine di tempo dei successi che il gruppo di fisica astroparticellare della sezione dell’INFN di Bari e del Dipartimento Interateneo di Fisica può annoverare, che vanta una pluridecennale esperienza, con partecipazioni in collaborazioni internazionali coinvolte in esperimenti su missioni spaziali, voli su palloni sonda e in laboratori sotterranei.