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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"Fermare la distribuzione delle tute arrivate dalla Cina", la richiesta dell'Ordine dei Medici alla Regione Puglia

A dichiararlo è Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei Medici sul caso delle tute protettive giunte dal Paese asiatico qualche giorno fa, acquistate dalla Regione Puglia, e consegnate alle strutture del Servizio sanitario Regionale

“Abbiamo chiesto ai Direttori Generali di sospendere immediatamente la distribuzione dei dispositivi Iwode di certificazione cinese su cui sono stati sollevati dubbi di idoneità al rischio biologico e di procedere con le opportune verifiche, al fine di tutelare la salute di tutti gli operatori sanitari che operano a contatto con pazienti Covid-19”: a dichiararlo è Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei Medici sul caso delle tute protettive giunte dalla Cina qualche giorno fa e acquistate dalla Regione Puglia, distribuite alle strutture del Servizio sanitario Regionale che, secondo il numero uno dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Bari, Saverio Andreula, sarebbero utilizzabili solo per la protezione meccanica e non per quella biologica.

“In questa epidemia i medici e tutti gli operatori sanitari stanno dando prova di un impegno e di una dedizione senza pari - conclude Anelli - “Hanno però il diritto di lavorare in condizioni di sicurezza, perché la tutela del diritto alla salute dei cittadini deve accompagnarsi alla tutela dei lavoratori che le aziende sanitarie devono essere in grado di garantire anche in questa situazione di emergenza”.

La Regione replica: "Adeguate al contenimento dell'epidemia"

La Regione ha replicato alla richiesta con una nota in cui si spiega che le tute sono utilizzabili: "Premesso che alla data odierna - si legge nella missiva della Protezione Civile Regionale - si registra l'assoluta indisponibilità di tute protettive della categoria 4 per rischio biologico, certificate secondo gli standard europei (Norma UNI-EN), che in detto contesto si rileva come assoluta criticità per un verso l'assenza di disponibilità (mancano presso le Aziende Sanitarie, non vengono in altro modo forniti dal Dipartimento Nazionale di protezione Civile, mancano presso gli ordinari canali di fornitura del SSR, non registrandosi di fatto alcuna altra disponibilità) per l'altro l'assoluta necessità di fronteggiare all'esposizione professionale del personale del settore sanitario, sia dell'impossibilità di operare per la salvaguardia della salute dei pazienti in tutte le strutture del sistema sanitario regionale. In detto contesto rileva altresì la necessità di contenere la propagazione dell'epidemia, cosa che può essere assicurata esclusivamente attraverso meccanismi di barriera e protezione. 

"Atteso che - si legge ancora - le tute di protezione di che trattasi sono state certificate secondo gli standard in vigore nella Repubblica Popolare Cinese (GB 19082-2009), e che tali standard, sovrapponibili a quelli UNI-EN in vigore in Italia, si sono rivelati adeguati al contenimento dell'epidemia" ritenendo la tipologia di tuta "utilmente distribuita ed utilizzata presso tutte le strutture preposte quale barriera meccanica di protezione". 

Interrogazione di Fratelli d'Italia in Regione Puglia

Sulla vicenda è intervenuto anche il gruppo regionale di Fratelli d'Italia che ha presentato, in Consiglio pugliese,  un'interrogazione urgente, firmata dal presidente Ignazio Zullo e rivolta al presidente ed assessore regionale alle Politiche della Salute Michele Emiliano, inerente l' acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale e l'acquisto di materiale sanitario dalla Cina da parte del governo regionale:"È stato accolto - spiega FdI - con tanta enfasi e spettacolarizzazione sulla pista dell’aeroporto 'Karol Wojtyla' di Bari il primo di tre aerei provenienti dalla Cina con a bordo quasi 50 tonnellate di DPI e attrezzature acquistate dalla Regione Puglia per fronteggiare l’emergenza coronaviru. La Regione Puglia, si legge sul sito della Protezione Civile, ha acquistato questa fornitura grazie alle relazioni di amicizia con il Governatore della Provincia del Guangdong Ma Xingrui. E notizie di stampa hanno valutato il costo complessivo dell'operazione in 32 milioni di euro".

"L'interrogazione - si legge ancora nella nota -, richiamando casi analoghi in cui è incappata la Regione Lazio o la CONSIP o anche la protezione civile nazionale con i DPI consegnati alla FNOMCeO, sottolinea che, vanno verificate incongruità segnalate tra la merce ordinata e la merce consegnata, o consegnata in quantità e qualità non corrispondente a quella ordinata. In particolare, il Presidente dell'Ordine degli Infermieri e alcune categorie di medici hanno verificato che i DPI non sono muniti di marchio CE e FDA e non sono idonei per la protezione da agenti biologici, e sarebbero quindi inadatti a proteggere gli operatori sanitari dal Sars-COVID19".
 

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