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Supporti digitali e app per imparare l'inglese, all'Uniba un corso per gli studenti con Dsa: "Una risposta ai loro bisogni"

Il progetto sperimentale avviato su iniziativa del Servizio Disabilità e del Centro linguistico di Ateneo. L'iniziativa, tra le prime al Sud, coinvolge un gruppo di circa quindici studenti con disturbi specifici dell'apprendimento

Il numero di studenti universitari con diagnosi di Dsa (disturbi specifici dell'apprendimento) negli ultimi anni ha visto un costante incremento in tutti gli Atenei italiani. Un'indagine condotta nell'anno accademico 2019-2020 dall'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) ha rilevato la presenza, nelle Università di italiane, di circa 16mila studenti con Dsa, a fronte dei 3329 iscritti nell'anno 2014-2015. Un aumento che ha caratterizzato anche l'Università di Bari, che ha visto la percentuale dei suoi studenti con Dsa passare dal 6,5% dell'anno 2019-2020 (su un totale di 960 iscritti con disabilità, invalidità o Dsa), al 23% di oggi (su un totale di 1360). 

"I nostri dati, in linea con quelli emersi dall'indagine dell'Anvur - dice la professoressa Gabrielle Coppola, delegata del Rettore alla Disabilità e Dsa - evidenziano che c'è un aumento costante degli studenti con disabilità e dsa che si iscrivono. Questo vuol dire che da un lato i disturbi sono sempre più intercettati, dall'altro è un dato incoraggiante perché sembra indicare che gli studenti con disabilità e Dsa decidono di affrontare l'esperienza universitaria anche con queste difficoltà. Non si scoraggiano, rassicurati dal fatto che c'è un quadro scientifico e normativo che garantisce i loro diritti".

Un aspetto, quello relativo al percorso di studi degli studenti con disabilità o disturbi dell'apprendimento, al quale l'Università di Bari presta un'attenzione particolare. "Ci sono delle misure specifiche che prevediamo per gli studenti con disabilità o con Dsa e che esplicitiamo nel loro piano personalizzato - spiega ancora la professoressa Coppola - Da tre anni inoltre il nostro Ateneo ha promosso la possibilità di avere una scontistica di 50 euro sulle tasse per chi dichiara la sua condizione di Dsa. Abbiamo poi fatto un lavoro di grossa sensibilizzazione ai docenti e ai delegati alla disabilità nei vari dipartimenti, per tutelare al massimo i diritti di questi studenti".

In questo quadro si inserisce il progetto, avviato a fine febbraio e ideato in sinergia dal Servizio disabilità e Dsa dell'Uniba e dal Centro linguistico di Ateneo, di un corso di Lingua inglese tenuto con metodologie specifiche, adattate al funzionamento apprenditivo di studentesse e studenti con Disturbi specifici dell'apprendimento. Il corso, aperto a iscritti di tutti i corsi di laurea, vede circa 15 partecipanti e si concluderà a fine maggio. Dopo aver sostenuto l'esame, a ciascuno studente verrà riconosciuto il numero di crediti formativi o l'idoneità, a seconda di quanto richiesto per l'insegnamento di Lingua inglese previsto dal proprio piano di studi.

"Il progetto - racconta la professoressa Coppola - è nato considerando le difficoltà ben note che gli studenti con Dsa incontrano nell'apprendimento di una seconda lingua, per tutta una serie di caratteristiche del loro funzionamento apprenditivo". Dopo un seminario sul tema tenutosi lo scorso anno, di concerto con il Centro linguistico di Ateneo si è quindi lavorato all'avvio di questa iniziativa sperimentale, "una delle prime al Sud", strutturando un corso che unisse le competenze didattiche nell'insegnamento di una lingua straniera alle metodologie adatte alle esigenze di apprendimento di uno studente con Dsa.

"Attraverso un bando pubblico del Centro Linguistico di Ateneo abbiamo individuato una docente con un'esperienza comprovata e una formazione specifica per quel che riguarda gli studenti Dsa", spiega la professoressa Concetta Cavallini, presidente del Cla. "In base alle proposte di metodologia didattica che ci sono state sottoposte, abbiamo quindi optato per un corso fatto interamente con supporti digitali. Sappiamo che i ragazzi con Dsa hanno ad esempio problemi nella lettura di un testo scritto. Durante il corso ognuno lavora con il supporto del proprio cellulare, svolgendo gli esercizi con determinate applicazioni a cui i ragazzi possono connettersi utilizzando il wi-fi dell'Università. Il corso si svolge in un laboratorio del Cla, con il supporto tecnico del nostro personale, che è a disposizione dei ragazzi". "Le richieste di partecipazione ci sono state - prosegue la professoressa Cavallini - Ne sono arrivate anche dopo l'avvio del corso, e alcune non abbiamo potuto accoglierle, perché le attività didattiche erano già in fase più avanzata. Ma sappiamo che c'è tanto bisogno di questi supporti e sono convinta che la richiesta aumenterà sempre di più. In questo senso, va considerato anche un altro aspetto: gli studenti con dsa aumentano, ma i docenti spesso non sono pronti per le metodologie richieste per la didattica indirizzata a questi studenti. La cosa si complica con le lingue straniere. Un esame di lingua inglese è previsto dal Ministero in tutti i corsi di laurea, dove però spesso a tenere il corso sono docenti a contratto, che magari poi vanno via. Questo rende più difficile pensare a un percorso di formazione specifica per i docenti, per cui accentrare questo tipo di attività al Centro linguistico permette di dare una stabilità anche in termini di contenuti della didattica". L'idea di rinnovare il corso anche per il prossimo anno in prospettiva c'è, ma prima bisognerà valutare i risultati di questa prima sperimentazione: "A corso concluso faremo un monitoraggio, chiederemo agli studenti di esprimere le proprie valutazioni - dice la professoressa Cavallini - e poi quindi valuteremo". 

Di certo, l'iniziativa rappresenta un segnale importante di attenzione verso una tematica che, come visto, coinvolge un numero sempre maggiore di studenti. "I dati scientifici ci dicono che quando il sistema scolastico o universitario incontra le specificità dei ragazzi con Dsa con le misure a loro necessarie, tali disturbi non hanno assolutamente alcun impatto negativo sul successo scolastico e accademico, e soprattutto sull'autostima e l'auto efficacia. Quando il contesto si adatta al funzionamento apprenditivo di questi ragazzi le cose vanno benissimo, ed è questo che noi vogliamo innanzitutto, che i ragazzi possano avere una carriera universitaria soddisfacente e lavorare con serenità", conclude la professoressa Coppola.

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