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Cronaca

Il 2017 barese: le notizie più importanti dell'anno che se ne va

Che anno è stato il 2017 per Bari? Quali le notizie che lo hanno maggiormente segnato? Ripercorriamo insieme questi dodici mesi

Le fibrillazioni interne al clan Parisi: la faida di Japigia

E' la sera del 17 gennaio quando in via Prezzolini, quartiere Japigia, un 40enne, Francesco Barbieri, viene crivellato di colpi mentre si trova alla guida della sua auto. Partono le indagini di Squadra Mobile e Dda. Tra le piste seguite per l'omicidio di Barbieri, piccoli precedenti penali, c'è quella dello spaccio di droga. Ed è proprio l'uccisione del 40enne a dare il via a quella faida che per i primi mesi del 2017 insanguina il quartiere Japigia. Passano meno di due mesi e arriva il secondo omicidio: a cadere sotto i colpi dei sicari, il 6 marzo, è Giuseppe Gelao. Ma nello stesso agguato rimane ferito anche Antonino Palermiti, 29 anni, nipote di Eugenio, considerato uno dei luogotenenti del boss Savinuccio Parisi, ancora detenuto. Quelle fibrillazioni interne al clan per il controllo delle attività illecite nella zona - ricostruiscono gli investigatori - vedono proprio contrapporsi, da una parte, la 'frangia' riconducibile a Eugenio Palermiti, e dall'altra, la fazione legata ad Antonio Busco. Il terzo omicidio arriva ad aprile: ad essere ucciso è Nicola De Santis, freddato mentre si trovava in moto. Ma, nel frattempo, anche la morsa degli agenti della Squadra Mobile sul quartiere si fa più stretta. Parallelamente alle indagini, si moltiplicano controlli e perquisizioni. E così, la sera del 27 aprile, i 'Falchi' bloccano in strada un gruppo di fuoco, già pronto ad entrare in azione: tre persone, armate di una mitraglietta Uzi e tre pistole pronte a fare fuoco, giubbotti antiproiettile e passamontagna. "Armati fino ai denti, erano pronti a fare una carneficina", sottolinea il capo della Squadra Mobile, Annino Gargano, a cui sono affidate le indagini sui fatti di Japigia. Per gli investigatori un'operazione che contribuisce a 'calmare' la situazione nel quartiere, insieme ad altri interventi mirati a disarmare o comunque colpire le due fazioni in lotta. Tra questi, il sequestro di sette pistole e denaro, riconducibili ai Palermiti, ritrovati nel muro di un'abitazione; il sequestro di circa un milione di euro, sempre nascosto nel muro di un'abitazione, riconducibile invece a Busco; e ancora, il sequestro di una serie di box dotati di vetri antiproiettile e botole per la fuga, usati per gli incontri da uno dei due gruppi.

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