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Cronaca

Abusivismo edilizio, Puglia al secondo posto. Bari maglia nera per numero di reati

Preoccupanti i dati contenuti nel rapporto di Legambiente. Nella nostra regione gli illeciti sul demanio marittimo sfiorano il 15% del totale nazionale, ma solo il 5% delle ordinanze di demolizione viene eseguito

"La Puglia continua ad essere terra di conquista per il cemento illegale". Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia, riassume così i dati contenuti nel dossier  "L’abusivismo edilizio in Puglia: fotografia di uno scempio", dal quale emerge una situazione ancora allarmante per la nostra regione, al secondo posto in Italia per numero di illeciti, dopo la Campania (dati rapporto Ecomafie 2013).

Lo studio è stato presentato questa mattina a Bari alla presenza di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, vice Presidente della Regione Puglia, Domenico Tanzarella, Sindaco di Ostuni e Laura Biffi, Osservatorio Nazionale Ambientale e Legalità di Legambiente, nell'ambito dell'iniziativa la "Settimana della Bellezza". L’evento finale si svolgerà domani 12 aprile a Ostuni, a partire dalle ore 10, con la demolizione di un ecomostro realizzato e mai completato che da circa trent’anni sorge a picco sulla scogliera di Villanova. Il manufatto risale agli anni ’80 e fu costruito senza alcuna autorizzazione, in una zona peraltro sottoposta a vincolo paesaggistico.

Ma la demolizione dei manufatti abusivi, a quanto emerge dal dossier, resta ancora un evento troppo raro in Puglia. Delle ordinanze di demolizione, infatti, sono solo il 5% quelle effettivamente eseguite. Un dato troppo basso, in un territorio in cui il numero di abusivi continua ad essere elevato, soprattutto sulle coste. Basti pensare che nella nostra regione l’abusivismo accertato dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto sul solo demanio marittimo sfiora il 15% del totale nazionale: sono proprio gli scorci più belli del paesaggio pugliese, dunque, a pagare il prezzo più alto degli illeciti.

Nella classifica regionale, Bari è la città capoluogo con il maggior numero di reati (213), di persone denunciate (455) e di sequestri effettuati (147). Segue Foggia, con 160 infrazioni, quindi Lecce con 140.

Sul piano della lotta all'abusivismo edilizio va però segnalata l'iniziativa della Regione Puglia che nel 2012 ha approvato la legge n. 15 “Norme in materia di funzioni regionali di prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio” che è in piena fase attuativa. Il monitoraggio degli abusi è entrato a regime e il finanziamento regionale delle demolizioni delle opere abusive è alla seconda edizione.

Ma il contrasto agli illeciti in campo edilizio resta sempre legato alla diffusione di una 'cultura della legalità', come ha sottolineato aura Biffi, Osservatorio Nazionale Ambientale e legalità di Legambiente.  "L’abusivismo edilizio rappresenta un’autentica piaga nazionale, prospera indisturbato da decenni e non conosce crisi, nutrendosi di alibi e giustificazioni. Ogni ipotesi di sanatoria alimenta nuovo cemento, come è successo con i tre condoni edilizi, quelli del 1985, del 1994 e del 2003. Se, per certi versi, la condanna sociale dell’abusivismo edilizio ha raggiunto una certa maturità, il ripristino della legalità attraverso la rimozione del corpo del reato – l’immobile illegale – è un principio che non ha ancora sfondato culturalmente, tanto che quando si muovono le ruspe, il fronte in difesa dei proprietari degli immobili è sempre ampio, compatto e, spesso, politicamente trasversale. Eppure, combattere questa piaga significa, oltre che ristabilire la legge, anche ripristinare il paesaggio violato, patrimonio unico e inimitabile, che con le nostre città, i paesaggi e le spiagge liberati dal cemento selvaggio, devono diventare sinonimo di un turismo di qualità, basato sulla salvaguardia e sulla valorizzazione dell’ambiente, sulla “grande bellezza” dell’Italia. Legambiente è convinta che proprio  la bellezza, la principale caratteristica che il mondo intero ci riconosce, sia la chiave, culturale, sociale ed economica, per immaginare un’altra Italia oltre la crisi".

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