Accademia delle Belle Arti, futuro incerto: "No al trasferimento in provincia"
Il direttore, Sylos Labini, rigetta l'ipotesi di un trasferimento a Conversano o in altre località dell'Area metropolitana: "Sarebbe la fine. No ad accorpamenti. Vogliamo una nuova sede". Il giallo del presunto 'sgombero' ad aprile 2016
"Spostarci in provincia? Siamo assolutamente contrari a questa prospettiva. L'Accademia delle Belle Arti deve rimanere a Bari". E' lo stesso direttore, Giuseppe Sylos Labini, a stoppare le voci, circolate nei giorni scorsi, sul suo futuro, attualmente abbastanza incerto a causa di una sede, quelle di via Re David, in fitto e bisognosa di un restyling. L'incontro tra il sindaco metropolitano Decaro e il sottosegretario all'Istruzione, Angela D'Onghia, svoltosi la scorsa settimana, aveva individuato la necessità di aprire un tavolo di confronto per stabilire le responsabilità della gestione. Il problema principale è la mancanza di tempo: il contratto di affitto, secondo alcuni, scadrebbe ad ottobre 2016 e già ad aprile l'Accademia potrebbe essere costretta a traslocare. Secondo Sylos Labini, invece, la situazione sarebbe diversa: "I proprietari hanno detto che il contratto scade nel 2027. Questa sede, in ogni caso,non è sufficiente. Non possiamo neppure prevedere la durata dei lavori. E' assurdo, inoltre, pensare di poter togliere questa istituzione alla città di Bari. Tra il capoluogo e la sede di Mola abbiamo circa 800 studenti, un numero in crescita anche rispetto alle altre accademie pugliesi di Lecce e Foggia".
Le ipotesi ventilate per un trasferimento, potrebbero riguardare Giovinazzo, Bitonto e Conversano: "Ciò - prosegue Sylos Labini - significherebbe ridimensionare l'Ente, creando grossi disagi agli studenti. Noi ci opporremo con tutte le forze anche ad eventuali accorpamenti e in Consiglio d'Istituto credo verrà ribadito il no al trasferimento. La nostra è una delle migliori accademie d'Italia". La soluzione potrebbe essere (quasi) dietro l'angolo, o quanto meno nello stesso quartiere: "Vi sono numerosi immobili sfitti - spiega Sylos Labini. UN altro, ad esempio, da liberarsi a breve, è in via Amendola, ovvero la ex sede Ipai, grande circa 6mila metri quadri. Ci vogliono però le risorse, nonostante un paio di piani siano stati recentemente ristrutturati".