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Cronaca Libertà

Dopo 10 anni don Francesco Preite lascia il Redentore al Libertà, Decaro: "Continueremo sulla strada che tu ci hai indicato"

Il responsabile dell'oratorio si trasferirà a Roma per ricoprire l'incarico di presidente dei Salesiani per il sociale. Negli anni ha aiutato tanti ragazzi a scegliere una strada diversa da quella della criminalità

Il quartiere Libertà perde un pezzo importante della comunità, una persona che per 10 anni si è spesa in prima persona per far capire ai ragazzi che c'era una seconda possibilità oltre a quella della strada. Don Francesco Preite abbandona il l'oratorio del Redentore: è stato chiamato a Roma per ricoprire il ruolo di presidente dei Salesiani per il sociale. E in tanti hanno approfittato in queste ore per ricordare i momenti felici e di impegno con don Francesco all'oratorio del Redentore, un simbolo per il quartiere, da cui sono partite anche collaborazioni con il Comune per raccontare ai più giovani quanto poco felice fosse il richiamo della criminalità organizzata sui giovani delle famiglie in difficoltà.

Proprio il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha voluto salutare con un lungo post don Preite, ricordando un episodio in particolare:

Erano passate poche settimane dalla mia elezione, quando, in un pomeriggio di fine estate, in una strada del quartiere Libertà poco distante dalla chiesa del Redentore, uccisero Florian Mesuti. Poco più di un ragazzo, ucciso per strada, per una lite con qualcuno caro al clan del quartiere.  In quel momento capii che da solo, anche se ero il sindaco, non ce l’avrei fatta. Perché ci sono situazioni e luoghi in cui è la comunità tutta a doversi ribellare per cambiare le cose.  È così che ho incrociato sul mio cammino Don Francesco Preite: uomo, carne, ossa e anima della chiesa del Redentore e del quartiere Libertà. Il suo sorriso, il suo ottimismo, la sua autorevolezza tra quelle strade e quei ragazzi, soprattutto quelli più piccoli. La sua fermezza nel pretendere giustizia e dignità per quel quartiere e la gente che lì ci vive, il suo mettere la vocazione religiosa a servizio di una progetto di comunità civile, alcune volte mi hanno fatto sentire piccolo, impotente, incapace di essere autorità laddove l’autorità in quel pezzo di città era lui: un parroco. 

Nel ricordare i sette anni di battaglie comuni intraprese durante il suo mandato, il primo cittadino ha voluto fare una promessa a don Preite: "Noi continueremo sulla strada che tu ci hai indicato - spiega - Non ci arrenderemo, pretenderemo giustizia e futuro per il quartiere Libertà.  Bari sarà sempre la tua città e quando tornerai noi saremo qui a salutarti con il tuo proverbiale 'pace e gioia'!".

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