Pesca: via al fermo biologico in Adriatico fino al 30 settembre
Da Trieste a Bari blocco delle attività di pesca fino alla fine di settembre. L'avvertimento di ImpresaPesca Coldiretti per i consumatori: "Attenzione ai prodotti importati dall'estero"
Stop alle attività di pesca dal primo agosto al 30 settembre nell'Adriatico. Da Trieste a Bari le flotte resteranno in porto per i prossimi due mesi per via del fermo biologico, imposto per permettere il ripopolamento del mare. Le attività riprenderanno a partire dal primo ottobre, quando scatterà invece il divieto di pesca per lo Ionio e il Tirreno.
La ripresa sarà tuttavia graduale, in quanto per le otto settimane successive al 30 settembre il fermo resterà in vigore per i weekend (dal venerdì alla domenica) e i festivi, più un ulteriore giorno a scelta degli armatori.
"Se il fermo è una necessità per salvare il settore, con il venir meno del pesce dell’Adriatico che rappresenta la metà della produzione nazionale, per cittadini e turisti è alto - sostiene Impresapesca Coldiretti - il rischio di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero congelato, assieme a quello fresco Made in Italy proveniente dal Tirreno, dallo Ionio e dalle Isole. Dal pangasio del Mekong, venduto come cernia, al polpo del Vietnam spacciato per nostrano ai gamberetti del Mozambico e i cinesi, ma anche l’halibut atlantico al posto delle sogliole". Una buona ragione, sottolineano dall'associazione, per estendere l'obbligo dell'etichetta d'origine, già obbligatoria per i prodotti acquistati in pescheria, anche ai menu dei ristoranti.