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Cronaca Triggiano

Aggressione nel centro di accoglienza, il giudice: "Non è stato episodio di razzismo"

Processati per direttissima i tre ventenni arrestati a Triggiano. Sono stati condannati a 8 e 10 mesi di reclusione pena sospesa e rimessi in libertà. Il giudice ha respinto l'aggravante della discriminazione razziale

Liberi dopo due giorni di arresti domiciliari per aver aggredito con un cavo d'acciaio e una spranga di ferro tre nordafricani e una educatrice del centro di accoglienza Esedra di Triggiano, in provincia di Bari. Tre giovani incensurati di 28, 27 e 22 anni, tutti di Triggiano, sono stati arrestati dai Carabinieri con le accuse di lesioni personali, violenza privata e discriminazione razziale con la concessione dei domiciliari.

Condotti dinanzi al giudice, per la convalida degli arresti e il processo per direttissima, è stata però esclusa per tutti l'aggravante della discriminazione razziale. Condannati a 8 e 10 mesi di reclusione, con pena sospesa, sono stati immediatamente rimessi in libertà. Un litigio, come altri, violento ma non innescato da motivi razziali, secondo il giudice. A dispetto della contestazione fatta dall'accusa, indotta dagli epiteti usati dal terzetto a ritenere che gli aggressori fossero stati invece mossi da un'avversione di 'pelle'. L'aggressione è avvenuta all'esterno del centro di accoglienza in via Capurso. Gli insulti e le percosse hanno provocato alle quattro vittime dell'aggressione, tre giovani di nazionalità egiziana e una educatrice del centro, lesioni giudicate guaribili in 5 giorni dai sanitari che li hanno medicati in ospedale. I tre sono subito fuggiti, ma presto rintracciati grazie alle descrizioni delle caratteristiche somatiche e degli indumenti che indossavano. Durante le perquisizioni, i militari hanno sequestrato un cavo d'acciaio lungo tre metri e una spranga di ferro, trovati nella loro disponibilità, compatibili con quelli utilizzati, secondo quanto denunciato agli investigatori, nell'aggressione. Le parole grosse usate dai tre giovani di Triggiano durante il litigio, interpretate dalle vittime come insulti razzisti, hanno alimentato numerose polemiche, nonostante la decisione del Tribunale di Bari di non riconoscere a carico dei tre l'aggravante della discriminazione razziale.

Commentando l'accaduto, il ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi, ha parlato di "escalation di razzismo in Italia", sottolineando tuttavia la mancanza di un collegamento tra questo episodio e recenti aggressioni a sfondo razziale. Il responsabile Nuovi Italiani del Partito Democratico, Chaouki Khalid, ha evidenziato la necessità di un impegno "per rafforzare le misure contro le discriminazioni e il razzismo, con particolare attenzione alla denuncia di chi fomenta l'odio attraverso il web".
(ANSA)

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